LA COMUNICAZIONE PER LA GIORNATA MONDIALE DELL’AMBIENTE: TREND TOPIC E SPUNTI LATERALI AL DIBATTITO
di Sergio Vazzoler
Oggi, 5 Giugno, si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale dell’Ambiente. Nell’edizione 2020 il tema principale è la tutela della biodiversità e il suo legame con i cambiamenti climatici. Sin dalle prime ore del mattino le parole-chiave #Giornatamondialedellambiente e #WorldEnvironmentDay sono schizzate ai primi posti dei trend topic sui social anche in Italia, segnale di un’attenzione crescente al tema ambientale nei suoi diversi risvolti.
Nonostante la lenta ripresa della Fase 2 post-lockdown che impatta fortemente sull’organizzazione degli eventi, sono moltissime le iniziative virtuali messe in campo da imprese, categorie, associazioni e media per riflettere sulle sfide della sostenibilità ambientale. Certo, le declinazioni più gettonate sul tema riguardano il futuro del pianeta, la lotta all’inquinamento e alla crisi climatica, il ripensamento delle città in chiave smart e la rinnovata spinta ad una mobilità più sostenibile, oggi più che mai necessarie per innalzare l’asticella della sicurezza e della salute delle persone. Ci sono, però, temi che nella narrazione ambientale rischiano di passare sotto traccia anche in queste occasioni di confronto, divulgazione e dibattito. Mi riferisco, ad esempio, alla gestione dei rifiuti e, in particolare, all’ultimo miglio di questo percorso: lo smaltimento di quanto produciamo e che la filiera del riciclo e del riutilizzo non è in grado di recuperare.
Le motivazioni le conosciamo bene: le discariche, i termovalorizzatori e gli altri impianti di smaltimento finale non sono “cool” per la comunicazione ambientale. Eppure, senza di essi, la tanto evocata economia circolare si ferma e va in crisi. Se ci pensiamo un attimo ci troviamo davanti a un vero e proprio paradosso: nell’emergenza sanitaria per il Covid-19 il servizio di raccolta, recupero e smaltimento dei rifiuti che abbiamo continuato a produrre è stato essenziale per la tenuta del sistema tanto a livello ambientale quanto sanitario ma in tanti, in troppi, l’abbiamo dato per scontato e anche oggi tendiamo a dimenticarcelo. E così in queste ore di “celebrazione” della sostenibilità ambientale, rischiamo di non fare i conti con un problema che se non affrontato e dibattuto adeguatamente, continuerà a produrre un salasso economico e un pericolo ambientale: si pensi ai soli rifiuti speciali (quelli provenienti da attività industriali, commerciali, sanitarie eccetera ) che continuano ad aumentare dinnanzi a una parallela ridotta presenza di impianti per gestirli, con il risultato che siamo costretti a esportarli all’estero pagando il conto.
Ecco, allora, che in mezzo a tanti dibattiti e talk virtuali sul futuro del pianeta in chiave green appare molto preziosa l’iniziativa “Impianti Aperti” di Fise-Assoambiente che apre le porte in chiave digitale e video agli impianti di tante imprese, grandi e piccole, per mostrare e far capire che succede a quella parte dei nostri rifiuti che, al netto della retorica dell’impatto zero, è e rimarrà fondamentale per chiudere il ciclo virtuoso dell’economia circolare. Il #GreanDeal passa anche da qui: un compito particolarmente sfidante per chi si occupa di comunicare l’ambiente!