VITICOLTURA RESPONSABILE: UN BRINDISI ALLA SOSTENIBILITÀ
Una nuova frontiera per il settore vitivinicolo: iniziative e programmi di sostenibilità rendono la filiera sempre più consapevole e responsabile
La sostenibilità oggi è un tema di primaria importanza anche all’interno del settore vitivinicolo e in tutto il mondo vengono attivati programmi ed iniziative ad hoc.
In Europa si possono rilevare interessanti progetti come il francese Vignerons en Développement Durable – marchio collettivo per la viticoltura sostenibile, basato sull’adesione (da parte dell’azienda vitivinicola) ad un “codice” composto da una serie di “impegni” e al conseguimento di una certo numero di obiettivi di sostenibilità – e il V.i.v.a. Sustainable Wine, sviluppato in Italia dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare in collaborazione con diverse Università e Centri di Ricerca.
Quest’ultimo programma, basato sull’utilizzo di quattro indicatori (Aria, Acqua, Vigneto, Territorio), mira non solo alla valutazione delle performance di sostenibilità ambientale, economica e sociale dell’azienda vitivinicola e dei suoi prodotti, ma anche alla comunicazione al consumatore finale. Attraverso l’uso di una specifica etichetta ed un QR code si ha la possibilità di identificare i risultati conseguiti dall’azienda rispetto ai quattro indicatori e relativamente al prodotto sul quale l’etichetta stessa è apposta.
Le etichette sono, soprattutto in questo caso, un potente strumento di comunicazione, poiché possono veicolare in maniera semplice ed immediata messaggi importanti che riguardano l’azienda e determinare conseguenti effetti positivi: su una bottiglia di vino, per esempio, possono certificare l’impegno del produttore a perseguire una determinata iniziativa di sostenibilità e/o il raggiungimento di performance qualitative.
Il vino, di per sè, è considerato dal 42% dei consumatori una bevanda molto sostenibile, e 4 consumatori su dieci dicono di fidarsi solo delle certificazioni presenti in etichetta, e sono disponibili a spendere di più per un vino sostenibile, nella convinzione che contenga meno prodotti chimici degli altri. In più, il vetro delle bottiglie, riutilizzabile e riciclabile, è visto ancora oggi come il contenitore più rispettoso dell’ambiente (WineNews – 2021).
E se anche la vendemmia fosse al 100% sostenibile?
Fontanafredda, nota cantina delle terre del Barolo, in collaborazione con CNH azienda leader nella produzione di motori a basso impatto ambientale, ha infatti deciso di convertire i propri mezzi di lavoro in trattori cingolati da vigneto alimentati a biometano, ottenuto tramite il processo di digestione anaerobica di residui agricoli e quindi a zero emissioni.
E legato alla sostenibilità del settore vitivinicolo, c’è anche il tema del riciclo: gli sfalci di potatura nel vigneto – una volta terminata la vendemmia – e le vinacce, possono essere recuperati e riutilizzati in un’ottica di economia circolare.
In passato ciò che rimaneva della potatura veniva bruciato, utilizzato come concime nei campi o disperso, soluzioni più veloci e comode, facili da realizzare. Oggi invece gli sfalci e i residui da potatura possono essere impiegati in campo energetico attraverso la creazione di biomasse che possono fornire energia diretta ai processi della cantina consentendo un abbattimento dei costi e generando valore per l’entità produttiva.
Grazie a tecniche innovative, inoltre, è possibile ottenere dalle potature anche un particolare gas per produrre energia o biochar, un carbone vegetale che si ottiene dalla pirolisi di diversi tipi di biomassa vegetale: una sorta di carbonella che può essere utilizzata come serbatoio per assorbire acqua nel sottosuolo del vigneto e rilasciarla alla pianta in condizioni di scarsità idrica.
La responsabilità sociale e ambientale passa anche per la rendicontazione, e nel 2020 la Cantina Produttori di Valdobbiadene – Val d’Oca ha pubblicato il suo primo bilancio di sostenibilità, relativo all’anno 2019, per raccontare impegni, obiettivi e risultati della filiera vitivinicola nel campo della Corporate Social Responsibility.
E’ chiaro quindi che anche il settore vino stia puntando a una “competitività sostenibile” e ad una progressiva innovazione tecnologica che possa migliorare le performance a livello ambientale, qualitativo, economico e reputazionale. Il faro e il punto di riferimento rimane comunque il consumatore finale, che con le proprie scelte, conferma di essere decisivo e “vincolante” per la produzione, anche (e soprattutto) nel settore agroalimentare.