#iopagoifornitori: mantenere le promesse anche in pandemia
Sostenibilità economica. Alfredo Rabaiotti (Becom – Brescia) racconta com’è nato il manifesto etico che fa appello al senso di responsabilità degli imprenditori
“Il progetto #iopagoifornitori più che da un’intuizione nasce da una preoccupazione. Quando è esploso il Covid-19, con i primi momenti di incertezza e chiusura, ho preso il telefono e chiamato gli imprenditori con i quali collaboro. Ho fatto un centinaio di chiamate e la preoccupazione era sempre la stessa: non tanto la pandemia, ma le scuse che i clienti avrebbero trovato per non pagare”. Alfredo Rabaiotti della Becom di Brescia ricorda i momenti che hanno portato alla nascita dell’iniziativa #iopagoifornitori, che oggi raccoglie l’adesione di circa 700 aziende. Campagna di sensibilizzazione e manifesto etico, il progetto di Rabaiotti riunisce chi crede in valori come senso di responsabilità, correttezza, trasparenza e li mette in atto attraverso comportamenti adeguati. Una vera e propria iniziativa di sostenibilità economica, che ci ricorda come in realtà nessuno si salvi da solo. E che, anche in pandemia, l’etica non va in lockdown.
“Causa Covid non possiamo pagare”
Alfredo Rabaiotti si occupa di consulenza: da 21 anni accompagna gli imprenditori a comprendere bene qual è il senso di missione e visione in un’azienda. Dal piccolo artigiano ad alcuni capitani d’impresa, il rapporto che ha con gli imprenditori è molto intimo. Ed è stato proprio questo tipo di legame con l’imprenditoria – ma soprattutto con le persone che stanno dietro alle imprese – che lo ha portato a comprendere subito la necessità di reagire a una situazione che rischiava di avere esiti disastrosi.
“Sentendo i miei clienti, ho scoperto che avevano iniziato a collezionare delle favolose comunicazioni copia-incolla, vere e proprie catene di Sant’Antonio, che recitavano ‘Causa Covid non possiamo pagare’. Ho pensato che se tutti gli imprenditori si fossero comportati così, il sistema sarebbe collassato nel giro di sei mesi. Così, ho messo giù un manifesto etico: era nato #iopagoifornitori”.
#iopagoifornitori: un’assunzione di responsabilità
Lanciato il manifesto su LinkedIn, già nei primi giorni #iopagoifornitori ha avuto riscontri positivi: moltissime le aziende che da subito hanno rilanciato la bandiera italiana con l’hashtag simbolo dell’iniziativa. Nell’arco di una settimana, il progetto è diventato di dominio nazionale.
“Il mio obiettivo era portare gli imprenditori ad assumersi la responsabilità delle proprie promesse e della parola data. Chi aderisce al manifesto etico si impegna formalmente a seguire questa linea di valore.” E se qualcuno davvero non riesce a pagare e ha effettivi problemi di liquidità? Anche in questo caso, trasparenza e correttezza non devono venire meno. “Se proprio non è possibile pagare i fornitori – ma anche collaboratori, partite ive, ecc – l’importante è cercare un dialogo. La cosa fondamentale è sedersi al tavolo, parlarne, contattare le persone per spiegare i problemi che esistono e insieme trovare una soluzione” sottolinea Rabaiotti.
La collaborazione con Confindustria Brescia e i prossimi passi
L’attenzione da parte dei media nazionali, la condivisione delle aziende: in poco tempo è iniziato un percorso virtuoso che ha portato all’invito di condivisione del progetto da parte di Confindustria Brescia. “Il coinvolgimento di Confindustria Brescia è stato essenziale: ha messo nel progetto risorse, cuore, anima e persone. Quando l’associazione mi ha chiesto se potesse partecipare a #iopagofornitori, ampliandone il raggio, ho accettato a condizione che venisse creato un Comitato di Gestione del Progetto e si aprisse un tavolo condiviso a cui avrebbero partecipato tutti gli stakeholder e le associazioni di settore.”
L’obiettivo ora è arrivare alle associazioni delle altre province perché diventino promotrici dell’iniziativa. “Quello che immagino è che ogni Confindustria d’Italia abbia il suo piccolo sportello #iopagoifornitori a cui aderire. Che il progetto diventi capillare e si diffonda in tutto il Paese.”
Come si può aderire?
Aderire, e contribuire a un sistema più trasparente e corretto, è semplice. Si va sul sito di #iopagoifornitori (qui) e si compila il form dedicato, scegliendo l’associazione di categoria/ente di riferimento alla quale mandare la richiesta di adesione (si può scegliere, ad esempio, tra l’Ordine dei Commercialisti, la Confederazione Nazionale dell’Artigianato, Camera di Commercio, Confartigianato, ecc). A quel punto l’associazione manderà i moduli per aderire: da quel momento in poi l’azienda può far uso del logo del progetto. “È bellissimo perché da tempo ricevo mail da aziende che nemmeno conosco con il logo #iopagoifornitori. I piani per il futuro? In cantiere ne abbiamo molti: l’intenzione è quella di espanderci sempre di più, rendendo virale la responsabilità” conclude Rabaiotti.
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