Rapporto Greenitaly 2021: l’Italia leader dell’economia circolare
La ricerca di Fondazione Symbola e Unioncamere analizza i progressi del settore tra eco-investimenti, green jobs, riciclo dei rifiuti ed energia rinnovabile
Il Rapporto Greenitaly 2021 di Fondazione Symbola e Unioncamere, realizzato con la collaborazione del Centro Studi Tagliacarne, è arrivato alla dodicesima edizione e porta ottime notizie: l’Italia si conferma leader in Europa nel campo dell’economia circolare. Si tratta di un risultato importante e anche rassicurante in un momento storico in cui gli sforzi di governi, istituzioni e imprese vanno nella direzione della transizione economica, con l’obiettivo di passare da un classico modello lineare a un nuovo paradigma sostenibile e responsabile. I dati e le storie del Rapporto Greenitaly, a cui hanno collaborato anche Conai, Novamont, Ecopneus, varie organizzazioni e oltre quaranta esperti, raccontano un’Italia capace di innovazione, rivolta verso il futuro e pronta a investire sui temi della sostenibilità e della transizione ecologica.
Un Paese leader in Europa per l’economia circolare
Il primato italiano in Europa relativo al riciclo sulla totalità dei rifiuti, urbani e speciali, non vacilla, confermando le più recenti rilevazioni. Con una percentuale del 79,4%, l’Italia si stacca in maniera decisa dalla media europea (49%), superando anche nazioni virtuose come la Germania (60%), la Francia (66%) e il Regno Unito (57%). Questo risultato si traduce in un risparmio annuale di tonnellate equivalenti di petrolio pari a 23 milioni e a 63 milioni di tonnellate equivalenti di CO2 nelle emissioni grazie alla sostituzione di materia seconda nell’economia. Confermato anche il primato nella riduzione di materie prime per unità di prodotto, con una riduzione del 44,1% tra 2008 e 2019.
I risultati del Rapporto Greenitaly: gli investimenti verdi delle aziende
Tra gli aspetti indagati dal report, gli eco-investimenti delle imprese, la crescita dei green jobs e la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Le aziende che tra 2016-2020 hanno deciso di investire in tecnologie e prodotti green sono 441mila. Nel dettaglio, il 31,9% delle imprese nell’industria e nei servizi ha portato avanti investimenti verdi. Lo stesso ha fatto il 36,3% delle realtà imprenditoriali manifatturiere, particolarmente propense all’innovazione e più dinamiche sui mercati esteri. Il Rapporto Greenitaly sottolinea inoltre un importante aspetto: la pandemia da Covid-19 non ha fermato questo tipo di investimenti, segnale di una maggiore consapevolezza tra gli imprenditori dei vantaggi competitivi della transizione ecologica. Più della metà delle imprese manifatturiere, però, percepisce ancora questo cambiamento come un vincolo e non come una opportunità.
Green jobs ed energia rinnovabile
E i green jobs? Ci sono sempre più richieste. Nel 2020, i contratti relativi ai green jobs sono stati il 35,7% dei nuovi contratti previsti nell’anno. Alla fine dell’anno, gli occupati con questo tipo di professioni erano 3,1 milioni, cioè circa il 13,7% del totale. E nel periodo 2021-2025 il 38% del fabbisogno di professioni richiederà competenze green con importanza elevata: si parla di circa 1,3-1,4 milioni di occupati.
Infine, il Rapporto Greenitaly prende in esame anche la produzione di energia da fonti rinnovabili. Per quanto riguarda i consumi elettrici in Italia, nel 2020 il 37% è stato soddisfatto da fonti rinnovabili: la produzione si è attestata intorno ai 116 TWh. Un buon risultato, che non deve però farci dimenticare che la strada per arrivare agli obiettivi di neutralità climatica previsti per il 2030 è ancora lunga. Non ci resta che rimanere in carreggiata.
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