Giornalisti, testate, agenzie, blogger, comunicatori, ricercatori, insegnanti. Nessuna limitazione di carattere professionale e un grande obiettivo: fare rete per promuovere l’informazione ambientale in Italia, favorire la diffusione della cultura dell’ambiente e della sostenibilità e sviluppare rapporti di collaborazione con analoghe organizzazioni e associazioni di altri Paesi.
Nasce così, in occasione del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, la nuova Federazione Italiana Media Ambientali (FIMA), una rete “lobbistica” che si inserisce nel dibattito nazionale per offrire una base di informazione qualificata ai cittadini e ai decisori pubblici e privati chiamati ad effettuare scelte, sui temi ambientali, che possono influenzare profondamente la vita, il lavoro e la salute della collettività.
La prima bozza di statuto è stata discussa nella cornice del panel intitolato “Giornalismo ambientale: verso una rete di giornalisti per l’ambiente” dove Marco Fratoddi (La Nuova Ecologia), Mauro Spagnolo (Rinnovabili.it) e Paola Bolaffio (Giornalistinellerba.it) hanno dato l’avvio a un confronto tra esperti in materia.
La mattinata di lavori è iniziata con la provocazione di Mauro Spagnolo relativa all’urgenza e alla necessità di avere oggi una “sana” informazione ambientale nel nostro Paese. “L’esigenza è forte e la situazione attuale deve fare i conti con realtà di segno opposto” ha detto Spagnolo. “Da una parte c’è una tendenza positiva sul fronte opinione pubblica, singoli cittadini e famiglie che stanno dimostrando un crescente interesse e sensibilità su aspetti che fino a poco tempo fa erano propri dei soli addetti ai lavori. L’altra tendenza, di linea opposta, è quella che troviamo sul fronte pubblico e politico: stiamo vivendo un momento di bassa sensibilità sulla scena politica riguardo le questioni ambientali e le ultime campagne elettorali ne sono state un esempio”. Per Spagnolo “le tematiche ambientali devono tornare a far parte dell’agenda della politica”.
E il fine di un’operazione di questo tipo è quello di avere una Federazione importante ai tavoli che contano della politica e l’opinione pubblica. “Oggi abbiamo bisogno di autorevolezza e competenza per qualificare le iniziative della federazione all’esterno e proprio da qui nasce l’importanza del ruolo del comunicatore ambientale, che si trova a fare i conti con una realtà che è in continua evoluzione. Le competenza sono le esigenze primarie e obiettivo imprescindibile nel campo del giornalismo scientifico”.
Paola Bolaffio ha ricordato le origini del progetto e quanto fino ad ora è stato fatto, a partire dagli Ecotelegrammi, raccontati da Simonetta Lombardo e Giuseppe Iasparra, la community e gli hangout di Google+, presentati da Peppe Croce, l’e-book collettivo raccontato da Sergio Ferraris. Ha concluso la prima parte della mattinata Marco Fratoddi con l’auspicio che anche i media tradizionali inizino a trattare le tematiche ambientali in modo serio e continuativo e non solo in occasione delle grandi tragedie.
Nella seconda parte, il dibattito e il confronto che ha portato alla formazione ufficiale della Federazione, che si concluderà entro dicembre. Il primo presidente pro tempore Mario Salomone, direttore di Eco, verrà affiancato da un ufficio di coordinamento, che vede coinvolti Andrea Gandiglio, direttore Greenews.info, Simona Roveda direttore editoriale Lifegate, Tullio Berlenghi, giurista esperto di diritto ambientale, la freelance Rosy Battaglia, Giuseppe Lanzi di Vita Magazine e Ilaria Romano, di Giornalisti Nell’Erba, come tesoriere.
Alla fine dell’anno l’intero direttivo di FIMA si ritroverà nuovamente a Ecomondo per finalizzare lo Statuto e orientare gli sviluppi futuri.