SDGs: Italia in marcia verso il 2030, tra progressi e sfide
Il report Istat 2024 sull’andamento degli obiettivi di sviluppo sostenibile
Tenere d’occhio il procedere degli SDGs (Sustainable Development Goals) è essenziale per comprendere come il mondo stia affrontando le sfide globali di sviluppo sostenibile. Il Rapporto Istat 2024 sugli SDGs offre una fotografia dettagliata dello stato di avanzamento dell’Italia verso questi obiettivi. Pubblicato a inizio luglio, per la prima volta il report esamina le relazioni tra indicatori e obiettivi di diversi goal, un’analisi che permette di avere uno sguardo più olistico e di monitorare le relazioni reciproche tra progresso sociale ed economico e tutela dell’ambiente.
Il ruolo degli SDGs nel contesto internazionale
Gli SDGs sono parte della principale strategia globale di sviluppo sostenibile, l’Agenda 2030 dell’ONU, una sorta di bussola a cui guardare per orientare le politiche e gli interventi necessari a migliorare la vita delle persone e proteggere il pianeta. I 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile sono stati adottati insieme all’Agenda il 25 settembre 2015 da 193 Paesi delle Nazioni Unite e sono suddivisi in oltre 169 target specifici. Coprono un ampio spettro di tematiche, dalla salute all’istruzione, dalla parità di genere alla produzione e consumo responsabile, dalle istituzioni resilienti alle partnership (e tutto quello che ci sta in mezzo). Di fatto, ci indicano la via – con tanto di indicatori misurabili – verso una società più responsabile, equa, attenta all’ambiente.
SDGs: obiettivi centrati e mancati in Italia
Nonostante alcune battute d’arresto, il cambiamento sembra essere in atto. Secondo il rapporto Istat sugli SDGs, il 60% delle misure è in miglioramento e meno di un quinto è in peggioramento. Tra i progressi più significativi si registrano quelli relativi alla parità di genere (Goal 5), grazie alla riduzione del fenomeno della violenza sulle donne e all’aumento della presenza femminile in posizioni direttive negli ultimi dieci anni. Allo stesso modo ci sono stati buoni risultati in merito alla crescita economica sostenibile (Goal 8) e all’energia pulita (Goal 7). Tuttavia, rimangono criticità importanti, come negli obiettivi 4 (Istruzione di qualità) e 11 (Città e comunità sostenibili), che hanno oltre il 40% degli indicatori in peggioramento rispetto ai dieci anni precedenti.
Disuguaglianze territoriali
A livello territoriale, le grandi differenze tra le Regioni italiane evidenziano un divario Nord/Sud. Le Regioni con performance più elevate includono la Provincia autonoma di Bolzano (42,5% delle misure a livello alto di sviluppo sostenibile), Trento (38,6%), la Valle d’Aosta (30%) e la Lombardia (28,1%). Al contrario, le regioni con i peggiori risultati sono la Campania (32,7% delle misure a livello basso di sviluppo sostenibile), la Calabria (39,1%) e la Sicilia (40,4%). Tuttavia, le regioni del Sud mostrano i maggiori miglioramenti temporali: segnali incoraggianti nonostante i divari con il Nord.
Guardare al quadro generale
Molti sforzi verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile si sono trasformati in buona pratiche e risultati incoraggianti. È importante però cercare di avere sempre uno sguardo integrato e trasversale: l’analisi delle interconnessioni tra gli SDGs è essenziale per assicurare che i progressi in un ambito non avvengano a scapito di altri. Proprio per questo servono politiche coerenti e integrate.
I prossimi sei anni
Ancora sei anni ci dividono dal 2030: l’Italia è chiamata a intensificare gli sforzi per superare le sfide ancora aperte e consolidare i progressi fatti, tenendo come cruscotto di guida gli SDGs. Il Rapporto Istat sugli SDGs 2024 è un prezioso strumento per monitorare questo percorso, che si va ad aggiungere al Rapporto sullo stesso tema sviluppato ogni anno da ASviS. La strada verso un futuro sostenibile è ancora lunga, ma i dati mostrano che con impegno e cooperazione è possibile raggiungere gli ambiziosi obiettivi dell’Agenda 2030. Usiamo bene il nostro tempo.