Rendicontazione: come sono cambiati gli indicatori GRI con l’ultimo aggiornamento?

20 Dic, 2021 | Focus Mondo

Rappresentazione astratta di indicatori ESG

Un approfondimento sulle recenti variazioni obbligatorie da gennaio 2023

Gli indicatori GRI sono un punto di riferimento per chi si occupa di sostenibilità e rendicontazione. Elaborati dall’organizzazione internazionale Global Reporting Initiative, sono stati aggiornati per garantire un maggior livello di trasparenza in merito agli impatti delle organizzazioni sull’economia, l’ambiente e le persone.

Dopo una revisione durata quasi due anni e una fase di consultazione globale che ha coinvolto imprese, istituzioni, comunità scientifica, enti no-profit e cittadini, a ottobre 2021 il GRI ha lanciato i nuovi Universal Standard e rinnovato l’intero framework. Un’operazione che rafforza soprattutto i concetti di impatto e due diligence nella rendicontazione di sostenibilità e che si dimostra coerente con le indicazioni dell’ultima direttiva europea sul reporting di sostenibilità. Imprese e organizzazioni avranno tempo fino a gennaio 2023 per accogliere i nuovi indicatori GRI nei loro documenti di reportistica e nella loro strategia aziendale ESG.

Indicatori GRI, cosa è cambiato?

L’aggiornamento degli indicatori GRI ha introdotto tre set di standard: gli Universal Standard, i Sector Standard e i Topic Standard.

 

I GRI 101, 102 e 103 vanno in pensione

I vecchi indicatori GRI 101, 102 e 103 lasciano il posto ai nuovi standard universali GRI 1, GRI 2, GRI 3. Questo set di indicatori riguarda tutte le organizzazioni che decidono di rendicontare seguendo il framework GRI. Sono stati aggiornati per aiutare le organizzazioni a essere maggiormente in linea con i nuovi obblighi di rendicontazione e con le linee guida internazionali sulla responsabilità sociale d’impresa e i diritti umani.

Rispetto ai loro predecessori, i nuovi standard universali richiedono una precisione maggiore sui contenuti e sui principi della rendicontazione. Il GRI1 riguarda i principi di rendicontazione e individua nove requisiti essenziali. Il GRI2 fa riferimento alle informazioni generali dell’organizzazione. Il GRI3 fornisce le nuove linee guida sui temi materiali, con la richiesta di specificare come vengono determinati e gestiti dall’organizzazione.

L’analisi di materialità assume così un peso maggiore rispetto a prima, come anche la valutazione degli impatti e dei processi di stakeholder engagement.

A ogni settore il suo riferimento: i Sector Standard

Se gli Universal Standard valgono per tutte le organizzazioni, i Sector Standard fanno riferimento al settore di appartenenza. La loro introduzione è una delle principali novità dell’aggiornamento degli indicatori GRI. I Sector Standard documentano e sondano in maniera approfondita gli impatti delle organizzazioni in specifiche industries. Delineano il contesto di sostenibilità dei vari settori, riflettono le aspettative degli stakeholder di quel mercato, suggeriscono su quali temi materiali e su quali aspetti specifici rendicontare.

Per il momento sono stati pubblicati solo quelli relativi al settore Oil and Gas (GRI 11), che è stato scelto come banco di prova per testare la nuova soluzione. La previsione però è quella di arrivare a 40 diversi Sector Standard, partendo dai settori ritenuti più impattanti. I prossimi saranno quelli relativi al carbone (Coal) e all’agricoltura, acquacoltura, pesca (Agricolture, Aquaculture, Fishing, riuniti in un unico standard), entrambi già passati attraverso la fase di consultazione pubblica. Imminente anche l’apertura dei lavori per il settore estrattivo.

Cosa cambia nei Topic Standard?

Anche il set di indicatori più specifici, i Topic Standards (le serie GRI 200, GRI 300, GRI 400), ha visto qualche modifica, anche se non sostanziale come nei casi precedenti. In particolare, è evidente una maggiore attenzione ai temi della Diversity & Inclusion. Nella General Disclosure sui dipendenti, per esempio, a fianco alle voci “female” e “male” ci sarà anche la dicitura “Other”. Inoltre, è in previsione l’aggiornamento dei Topic Standards che riguardano i diritti umani e la biodiversità. Questa tendenza dimostra come il futuro della sostenibilità abbini con crescente incisività alla questione ambientale le tematiche legate alle persone, in particolare ai diritti umani.

Altre novità negli indicatori GRI

Se in precedenza era possibile adottare gli indicatori GRI in modalità Core (base) oppure Comprehensive (più completa), dal 2023 in poi la scelta sarà articolata in maniera diversa. Saranno due le nuove opzioni.

  • In accordance” con gli Standard GRI – nel caso si rispettino almeno tutti i 9 requisiti della sezione 3 del GRI 1 (vedi tabella).
  • With reference to” – qualora l’azienda non riesca a fornire buona parte delle informazioni richieste. In questo caso vanno rispettati almeno tre requisiti necessari (7, 8 e 9 del GRI 1).

Anche nella soluzione “In accordance” è ammessa la possibilità di motivare, secondo una tabella predefinita, l’omissione delle informazioni non rendicontate.

Pronti, partenza, via?

Il fischio d’inizio è fissato a gennaio 2023. Suggeriamo, però, a tutte le imprese che già rendicontano gli ESG o che stanno approcciando questo percorso di iniziare subito a utilizzare l’ultima release degli Standard GRI. Non si tratta solo di farsi trovare preparati, ma la loro nuova forma aiuta davvero l’azienda a rendicontare in maniera snella, efficace e compliant con le evoluzioni normative in corso e con le più attente aspettative del mondo finanziario.

Micol Burighel

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