Parlare di smart city non è solo una questione di tecnologia. Una città smart è quella in cui l’ambiente e le persone che lo abitano coesistono in maniera sostenibile, efficiente ed efficace, migliorando la qualità della vita comune e riuscendo a eliminare gli sprechi. Una città smart è quel contesto urbano capace di sviluppare nuove forme di welfare e nuove soluzioni di mobilità, sostenibilità, integrazione. E’, dunque, riduttivo farne una questione puramente tecnologica.
Un’ottima possibilità di confronto su questi temi sarà la SMART City Exhibition, dal 16 al 18 ottobre a Bologna Fiere.
Il capoluogo emiliano si conferma una delle città italiane più attente alla smart vision, come già dimostrato lo scorso gennaio in occasione di ‘Arte e Scienza in piazza’ a cui partecipò anche Amapola con un progetto di educazione e partecipazione rivolta ai ragazzi ma non solo.
SMART City Exhibition si pone come momento centrale nel trend che vede ormai la politica per le città intelligenti come una priorità europea e nazionale.
Tra i tanti progetti che verranno presentati nel corso della manifestazione c’è MyNeighbourhood project che vuole portare il modello ‘smart’ a livello di quartiere e di comunità di vicinato, partendo dal presupposto che ogni grande città è un conglomerato di piccole comunità, i quartieri appunto. L’iniziativa è coordinata da Alfamicro e coinvolge partner provenienti da Portogallo, Italia, Finlandia, Regno Unito, Danimarca, Norvegia e Belgio. L’idea di base consiste nella creazione di un quartiere in cui la concezione di ciò che è vivibilità e sostenibilità è frutto di un processo di co-creazione che parte delle pratiche di vicinato e di vita quotidiana; ogni scelta è collegiale, le persone sono i principali attori della vita urbana e adottano soluzioni tecnologiche non perché imposte dai mercati o dai governi, ma perché funzionali ai loro bisogni.
Questi principi sono generali e proprio l’universalità è un punto di forza dell’idea smart. Tuttavia i contesti urbani e i bisogni ad essi legati sono profondamente differenti. Per facilitare la condivisione delle conoscenze e il trasferimento di informazioni il Consorzio dei partner di MyNeighbourhood ha avviato alcuni progetti pilota in quattro quartieri di altrettante città europee. A Birmingham MyNeighbourhood sta progettando insieme agli abitanti un sistema di app che migliori i percorsi e la mobilità all’interno della città (my clean and lean neighbourhood); a Lisbona si sta lavorando sui temi della partecipazione e della responsabilizzazione civica (myneighbourhood My world); ad Aalborg stanno nascendo gruppi per il giardinaggio collettivo e per gli orti ubani, in cui impiegare la popolazione anziana (my healthy neighbourhooh); infine a Milano sono in fase di progettazione una job bank che aiuta a trovare lavoro e una banca del tempo per favorire la condivisione delle competenze (myneighbourhood, my happy life).
C’è da scommettere che questi quartieri verranno caratterizzati anche visivamente dal processo smart che li sta interessando. L’utilizzo di graffiti, disegni e colori è un buon sistema per far conoscere al resto della città e del mondo la trasformazione in atto in quella zona. I colori, in particolare, possono svolgere un ruolo molto importante nel compito di riqualificazione urbana. Di questo si parlerà al Festival Internazionale del Colore in programma giovedì 18 luglio, a Roma, alla Casa dell’Architettura. Come raccontato da Panorama.it “Colore, Architettura e Città”, sarà il filo conduttore della giornata promossa dall’Ordine degli Architetti P.P.C. di Roma, dalla Consulta ‘Progetto sostenibile ed efficienza energetica’ dell’Ordine degli Architetti e dall’Associazione Eurosolar Italia. Architetti italiani e internazionali, oggi più che mai chiamati a farsi interpreti di una visione di società sostenibile e verde, si confronteranno, portando la loro testimonianza e i progetti di riqualificazione dai paesi di provenienza.