Clima: italiane e italiani hanno poca fiducia nella risposta delle istituzioni

2 Apr, 2022 | Focus Italia

La questione climatica tra preoccupazione, speranza e delusione nei confronti della classe politica. La fotografia dal sondaggio ECCO.

Italiane e italiani sono pienamente consapevoli degli impatti dei cambiamenti climatici. Sono preoccupati, ma allo stesso tempo hanno fiducia nelle opportunità di cambiamento legate alla crisi climatica e alla transizione ecologica. Soprattutto fremono per risposte, soluzioni, trasformazioni. Che, però, non vedono arrivare dalla politica. È questa, a grandissime linee, la situazione che si ritrova nel report del think tank Ecco dal titolo “Navigare a vista: gli italiani e il clima nel post-pandemia”. L’analisi sulla percezione dell’opinione pubblica ha approfondito varie tematiche che spaziano dagli effetti della pandemia Covid-19 ai cambiamenti climatici, dall’occupazione alla fiducia in media, istituzioni e partiti politici.

Italiane e italiani di fronte alla questione clima: apprensione e paura che nascono dalla consapevolezza

Il report conferma la presenza in Italia di una consapevolezza marcata rispetto al tema della crisi climatica, già messa in luce da altre ricerche analoghe (qui un Eurobarometro dell’anno scorso e il Rapporto Coop 2021 su economia, consumi e stili di vita).

I cambiamenti climatici sono il terzo argomento che italiane e italiani ritengono più urgente (23%) dopo l’occupazione (45%) e la sanità (37%). Cittadine e cittadini sanno bene che i cambiamenti climatici sono causati dall’intervento umano (76%), comprendono il ruolo che questi avranno nello scatenare future crisi economiche (74%) e migratorie (67%) e identificano in maniera chiara quali gruppi saranno i più colpiti dalla crisi climatica (agricoltori e pescatori in vetta alla classifica). Una consapevolezza che non conosce età o appartenenza politica e accomuna tutti i gruppi oggetto del sondaggio.

All’alto livello di consapevolezza sulla questione clima corrispondono naturalmente preoccupazioni e inquietudini. Il 45% delle persone intervistate si ritiene “abbastanza preoccupato” e il 39% “molto preoccupato” rispetto alla crisi climatica.

La disponibilità al cambiamento

La voglia di cambiare è tanta. La maggior parte di italiane e italiani è favorevole a un cambiamento radicale delle proprie abitudini a tutela di clima e ambiente. E questo dato emerge in maniera molto più spiccata rispetto agli altri cinque Paesi europei in cui è stato condotto il sondaggio. Sono le giovani e i giovani la fascia più propensa e pronta alla trasformazione, anche se si rivelano anche i meno inclini alla speranza e alla fiducia nel futuro.

Il cambiamento passa dal ripensamento del sistema energetico. Per il 56% degli italiani, infatti, la trasformazione verso un’economia più sostenibile include l’abbandono graduale o immediato del gas e il 73% considera affidabili le fonti di energia rinnovabile. Ma anche l’apporto del singolo non è sottovalutato. Gran parte delle persone intervistate si sente chiamata a prendersi le proprie responsabilità e agire (76%) e ritiene di poter giocare un ruolo importante nel promuovere il cambiamento a livello di azione individuale (71%).

L’ottimismo verso la transizione ecologica

Italiane e italiani sembrano guardare al futuro con un certo ottimismo, nonostante le preoccupazioni manifestate per la questione clima. La transizione ecologica, infatti, è percepita come un’opportunità di cambiamento e di crescita economica. Il 43% dei partecipanti ritiene che vada implementata il prima possibile e più della metà (59%) pensa che sia un buon impiego delle risorse pubbliche. Inoltre, per il 37% delle persone intervistate, porterà a un aumento dei posti di lavoro (ma pensa l’opposto il 19% del campione).

La classe politica sarà in grado di gestire in maniera adeguata questo momento di cambiamento e soprattutto le risorse economiche dietro al Recovery Fund? Qui iniziano le note dolenti: la maggioranza ha poca (44%) o nessuna (25%) fiducia nella capacità di amministrazione pubblica e politici di implementare il Pnrr. Peggio ancora, a confermare l’immagine di un’Italia ingiusta se non corrotta, si pensa che il PNRR andrà a beneficiare di più i politici (28%) e le grandi aziende (27%).

Sfiducia e disillusione verso la classe politica

Il sondaggio ECCO rivela una profonda sfiducia nei confronti di istituzioni e partiti, ritenuti non all’altezza del delicato momento di trasformazione che stiamo vivendo. La maggior parte dell’opinione pubblica richiede un maggiore impegno delle istituzioni per affrontare i cambiamenti climatici (74%) e considera le azioni condotte fino a ora insufficienti o fallimentari (62%). E questo vale non solo per le azioni intraprese dal governo italiano, ma anche per quelle portate avanti a livello europeo e internazionale.

Sono le grandi aziende e la classe politica a essere visti come i maggiori responsabili dell’aggravarsi della crisi climatica, mentre c’è ancora fiducia verso le realtà locali e le piccole e medie imprese. Oltra alla netta diffidenza verso la leadership politica, si percepisce anche un vuoto politico che nessun partito pare in grado di colmare. Il 61% del campione intervistato è infatti convinto che nessun partito stia rispondendo in maniera corretta alle sfide poste dal cambiamento climatico. Una convinzione che frustra quella voglia di cambiamento rilevata nello stesso sondaggio.

Un grido di allarme, quest’ultimo, a cui i decisori politici dovrebbero prestare orecchio. Le forze per sostenere il cambiamento ci sono, la volontà per portarlo fino in fondo anche. Quella che sembra mancare è una guida, autorevole e riconosciuta, in grado di ispirare fiducia e motivazione, che sappia mobilitare tutte le parti sociali e incanalare gli sforzi in un’unica direzione.

Micol Burighel

 

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