Russ Blinch, CopyCarbon.com

Mai come oggi sono state tratte in inganno tante persone a causa di tanti soldi spesi da pochissimi operatori. Il tutto senza il minimo riguardo per la verità. Mi riferisco a quelli che negano la scienza climatica comprovata. I negazionisti, a volte nominati, a ragione, “confusionari”, cercano di trarci in inganno per far sì che i nostri leader non combattano la vera minaccia dei nostri tempi. Poiché se i leader prendessero misure a favore del clima, gli utili delle imprese dei carburanti fossili crollerebbero, assieme all’intero universo della negazione del cambiamento climatico.

I negazionisti si stanno preparando ad un appuntamento che fa veramente paura: la pubblicazione questa settimana [28 settembre, ndr] del quinto rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). Il documento riaffermerà che il cambiamento climatico rappresenta un problema enorme e che la causa è l’uso dei carburanti fossili.

L’IPCC è stato costituito nel 1988 dall’Onu e dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale, e il suo sarà un rapporto di grandissima autorevolezza. Le valutazioni non vengono redatte da gruppi pagati, ma da scienziati che offrono il loro tempo gratis.
È per questa ragione che in questo periodo i negazionisti, pagati da gruppi con specifici interessi, si stanno dando molto da fare, realizzando rapporti e ad alimentare di opinioni sui soliti media disposti a pubblicare le falsità che scrivono, senza andare a controllare i fatti.

Questa rubrica, invece, è per tutti noi altri che non siamo sicuri come rispondere a tutto il clamore conflittuale sul cambiamento climatico. Allora, poniamoci la domanda in modo diretto: il pianeta si sta riscaldando a causa della concentrazione dei gas serra?

La risposta del 97 percento degli scienziati del mondo è sì, il pianeta si sta riscaldando e ci troviamo in mezzo a cambiamenti potenzialmente catastrofici. E dobbiamo agire per cercare di mitigarne le conseguenze peggiori.

Ma allora perché ci sono tanti dubbi? Tradizionalmente gli scienziati sono molto stimati dalla nostra cultura. Con i loro standard rigorosi, la pratica collaudata del peer review (revisione del lavoro da parte dei propri pari), sono riusciti a rivelare importanti segreti del nostro universo.

Ma oggi sono troppe le persone che diffidano di quanto dicono le menti più intelligenti sui fenomeni più importanti e rischiosi che riguardano il pianeta. Possiamo ringraziare per questo i mercanti del carbonio, i “Lord Voldemort” dei nostri tempi. Essi sono impegnati a creare confusione sui temi ambientali per il proprio vantaggio – e a nostre spese.
L’arte di attaccare la scienza si sviluppa da diversi decenni. Secondo molti, le origini risalgono alle guerre sul tabacco. L’industria del tabacco lavorò senza sosta per impedire divieti governativi sul loro prodotto letale, e un elemento della strategia fu l’uso di scienza dubbia per creare confusione sulla possibilità di un collegamento tra la nicotina e il cancro. Tale strategia fu sintetizzata in modo particolarmente efficace in un promemoria di un’azienda nel settore tabacco:

Il dubbio è il nostro prodotto, in quanto rappresenta l’arma migliore per contestare la sostanza dei fatti nella mente del pubblico. Ed è anche il modo per suscitare polemiche.

Questa strategia, documentata nell’ottimo libro Merchants of Doubt, è diventata un modello per le grandi corporation intente a impedire azioni di vigilanza dei governi, come ad esempio nelle battaglie sulla pioggia acida e sulla protezione dell’ozono.

Ma come si fa a capire la differenza tra la verità e le menzogne? Ecco di seguito cinque test:

1. I negazionisti citano un gruppo piccolo di cosiddetti esperti che raramente svolgono ricerche originali, e tanto meno sottopongono i propri ‘studi’ al processo di peer review.

2. I negazionisti tendono a non prendere sul serio il tema ambiente, e si divertono a contestare pesantemente gli scienziati del clima più affermati.

3. Raramente gli articoli “sospetti” pubblicati dai media hanno lunghi virgolettati o link ai recenti studi scientifici che cercano di contestare. Gli autori fanno dichiarazioni generiche del tipo “Credo che sia in corso una nuova era glaciale” – senza fornire un minimo di fatti a supporto di quanto dicono.

4. Gli articoli e i saggi pubblicati dai negazionisti tendono ad assomigliarsi. Hanno una capacità sorprendente di cantare tutti dallo stesso spartito.

5. I negazionisti dicono che vi sono due “facce” nel dibattito sul surriscaldamento globale, ma non è vero. La scienza del clima è consolidata: il dibattito vero è sulle nostre risposte, non sull’esistenza o meno del fenomeno.

Nel suo romanzo Il complotto contro l’America, Philip Roth immagina quello che sarebbe potuto succedere all’America nella Seconda Guerra Mondiale se gli Usa avessero abbracciato gli ideali del fascismo: “Aver assoggettato l’America con questo hocus-pocus!” Oggi siamo di fronte a un nuovo tipo di hocus-pocus fin troppo reale, propagato da una minoranza pericolosa.

 

http://www.huffingtonpost.com/russ-blinch/five-ways-to-detect-climate_b_3961924.html?utm_hp_ref=climate-change