Cosa ci insegna il Green Skills Report sui Green Jobs del futuro
Green Jobs e competenze sostenibili: il motore della transizione ecologica tra crescita globale, divari regionali e il potenziale inespresso dell’Italia.
La transizione ecologica è diventata il fulcro delle strategie economiche globali: un’opportunità unica per il pianeta e per le economie nazionali. Questo cambiamento, oltre a mitigare gli impatti climatici, sta trasformando profondamente tanti settori chiave, stimolando innovazione e creando nuove figure professionali. I Green Jobs – cioè i ruoli che richiedono competenze legate alla sostenibilità – emergono come il motore di questa rivoluzione, confermandosi una leva essenziale per raggiungere gli obiettivi climatici e promuovere una crescita economica resiliente.
Eppure, come mostrano due recenti ricerche – il Green Skills Report 2024 di LinkedIn e il Rapporto GreenItaly 2024 di Fondazione Symbola – il cammino verso un’economia green è tutt’altro che lineare. Se da una parte la domanda di competenze sostenibili è in continua crescita, dall’altra emergono ostacoli significativi che potrebbero rallentare questa transizione.
Uno sguardo globale: il Green Skills Report 2024
Pubblicato durante la COP29, il Green Skills Report 2024 di LinkedIn traccia un quadro approfondito della transizione ecologica nel mercato globale del lavoro. I dati mostrano un incremento medio annuo del 5,9% nella domanda di competenze green tra il 2021 e il 2024, con un picco dell’11,6% solo nell’ultimo anno. Questa crescita dimostra una consapevolezza sempre più diffusa tra le imprese rispetto alla necessità di profili capaci di integrare sostenibilità e innovazione.
Tuttavia, la crescita della domanda non è uniforme a livello globale e procede a velocità diversificate. Esempi virtuosi come il Regno Unito, che ha registrato un incremento del 46% nella domanda di talenti green tra il 2023 e il 2024, si affiancano a Paesi in maggiore difficoltà, come la Finlandia, dove nello stesso periodo la domanda è diminuita di circa il 44%. Questi contrasti evidenziano come la transizione ecologica, pur essendo globale, si muova con dinamiche regionali diverse, influenzate da fattori economici e politici.
I trend
Nonostante questi progressi, il Report evidenzia sfide significative. Il ritmo della crescita dell’offerta di competenze green (+3,2%) non riesce a tenere il passo con la domanda, generando un divario che potrebbe raggiungere il 18,7% entro il 2030 e superare il 101,5% entro il 2050. Questo divario non è solo quantitativo, ma anche qualitativo: spesso, i candidati disponibili non possiedono le competenze specifiche richieste, rallentando la capacità delle aziende di implementare pratiche sostenibili.
Un’altra tendenza rilevante è l’evoluzione dei Green Jobs stessi. Non si tratta soltanto di nuove figure professionali, ma anche di ruoli tradizionali che si stanno trasformando. Tecnici, operai, manager e professionisti del marketing stanno progressivamente integrando competenze green, rendendo la sostenibilità un elemento trasversale a tutti i settori. Questa rivoluzione sta ampliando l’impatto della transizione ecologica, ma richiede un’attenzione sempre maggiore alle politiche formative.
Il ruolo dell’Italia: un potenziale ancora inespresso
Guardando al contesto italiano, il quadro è duplice. Da un lato, l’Italia è leader europeo in ambiti green come il riciclo, con un tasso record del 91,6%, ben al di sopra della media UE del 57,9%. Dall’altro, il mercato del lavoro green mostra criticità che frenano il pieno potenziale di crescita. Secondo il Green Skills Report 2024, l’Italia registra una crescita della domanda di competenze green quasi stagnante (+0,12% annuo dal 2021 al 2024), accompagnata da un calo del 12,31% tra il 2023 e il 2024.
Il Rapporto GreenItaly 2024 conferma questa tendenza, evidenziando una lieve diminuzione dei Green Jobs (-1,8%) nel 2023, che rappresentano il 13,4% dell’occupazione totale. Inoltre, il 52,6% delle attivazioni di contratti green previste nel 2023 è stato classificato come difficile reperibilità, segno di un mismatch strutturale tra domanda e offerta.
Nonostante queste difficoltà, l’Italia conserva un enorme potenziale. Regioni come Lombardia, Emilia-Romagna e Lazio si distinguono per l’alto numero di Green Jobs e per la capacità di attrarre talenti nel settore sostenibile. Tuttavia, per sfruttare appieno queste risorse, è fondamentale ripensare il sistema educativo e la formazione professionale, integrando le competenze green nei percorsi tradizionali e sviluppando programmi specifici per soddisfare la domanda del mercato.
Green Jobs: il divario che può diventare opportunità
La transizione ecologica non è solo una questione tecnologica, ma richiede un cambiamento culturale e formativo profondo. In questo contesto in evoluzione, il divario tra domanda e offerta di competenze green rappresenta una delle sfide più urgenti. Questo gap non va visto solo come un ostacolo, ma come un’opportunità per ripensare il sistema educativo, incentivare l’innovazione e attrarre nuovi talenti verso i settori green. L’Italia saprà cogliere questa chance e consolidare il proprio ruolo di leadership in settori chiave come il riciclo e le energie rinnovabili? Forse sì, se saprà creare percorsi formativi mirati e promuovere un dialogo costruttivo tra istituzioni, imprese e sistema educativo, garantendo così una transizione davvero inclusiva e accessibile.