Cosa sapere sulla Direttiva Green Claims contro il greenwashing

7 Gen, 2025 | Focus Mondo

Direttiva Green Claims

Come l’Europa ridefinisce le regole della sostenibilità aziendale e combatte le dichiarazioni ingannevoli.

Il Parlamento Europeo ha dato il via libera ormai a marzo 2024 alla Direttiva Green Claims, una normativa che punta a eliminare le dichiarazioni ambientali ingannevoli, imponendo alle imprese di dimostrare la validità dei propri green claim, anche dal punto di vista scientifico. Questo intervento normativo arriva in un momento cruciale, segnando una svolta epocale nella regolamentazione della sostenibilità aziendale.

La direttiva mira a rispondere a un problema diffuso e radicato: il greenwashing. Da anni, un numero crescente di imprese utilizza dichiarazioni vaghe o infondate per attrarre consumatori attenti alla sostenibilità, minando così la fiducia del pubblico e penalizzando le aziende autenticamente impegnate nella transizione ecologica​​.

Cosa cambia con la Direttiva Green Claims

La Direttiva Green Claims introduce regole chiare e vincolanti per garantire che le dichiarazioni ambientali siano affidabili, verificabili e trasparenti. Ogni affermazione – come “biodegradabile” o “a impatto zero” – dovrà essere supportata da prove scientifiche solide, verificabili da soggetti terzi indipendenti, e basarsi su una valutazione dell’intero ciclo di vita del prodotto. Questo elimina la possibilità di utilizzare slogan generici o affermazioni non dimostrabili, segnando una netta cesura rispetto alle pratiche del passato​.

La normativa si inserisce in un quadro normativo più ampio, completando quanto stabilito dalla Direttiva sulle Pratiche Commerciali Sleali (Direttiva 2005/29/CE), emendata dalla Direttiva Empowering Consumers for the Green Transition (2024/825). Quest’ultima vieta esplicitamente le dichiarazioni ambientali generiche, quali “Rispettoso dell’ambiente”, “Ecologico”, “Verde”, “100% sostenibile”, “Naturale”, “A impatto zero”.

Queste affermazioni sono vietate quando non supportate da evidenze scientifiche verificabili.

Gli obblighi per le dichiarazioni ambientali esplicite

Le imprese che diffondono dichiarazioni ambientali esplicite – ossia informazioni sui presunti benefici ambientali di prodotti o servizi – dovranno rispettare requisiti stringenti:

  1. Attestazione scientifica: Le affermazioni devono essere basate su prove riconosciute e verificabili, che dimostrino la rilevanza degli impatti ambientali dichiarati.
  2. Chiarezza e specificità: Le dichiarazioni devono essere chiare, specifiche, non ambigue e accurate. Non è consentito attribuire qualità ambientali generiche o non contestualizzate.
  3. Trasparenza delle informazioni: Le imprese devono rendere disponibili le informazioni che supportano la dichiarazione ambientale. Queste possono essere fornite attraverso etichette fisiche, link digitali, QR code o piattaforme online.
  4. Verifica indipendente: Gli Stati membri dovranno garantire che le dichiarazioni siano sottoposte a verifiche da parte di enti terzi qualificati.

Le sanzioni

Le imprese che non rispettano gli obblighi rischiano sanzioni significative, tra cui:

  • Multe pari ad almeno il 4% del fatturato annuo.
  • Esclusione per un anno dagli appalti pubblici.

Queste misure dimostrano l’intenzione dell’Unione Europea di trasformare la conformità in una priorità strategica, riducendo il rischio economico e reputazionale legato al greenwashing​​.

La Direttiva Green Claims, quindi, non si limita a eliminare le pratiche ingannevoli, ma stabilisce un nuovo standard per la comunicazione ambientale, spingendo le imprese verso una trasparenza che rafforza la fiducia dei consumatori e migliora la credibilità del mercato.

Il futuro dei green claim: trasparenza e concretezza

Uno degli aspetti più innovativi della direttiva è la regolamentazione delle compensazioni di carbonio. Non sarà più possibile dichiarare un prodotto “neutro” in termini di emissioni basandosi esclusivamente su crediti di carbonio. Questo per scoraggiare soluzioni di facciata e incentivare una riduzione effettiva delle emissioni alla fonte.

Anche qui l’’obiettivo è chiaro: garantire che le dichiarazioni ambientali siano non solo accurate, ma anche significative. Non basta più bilanciare le emissioni; è necessario dimostrare un impegno concreto nella transizione ecologica.

Il contesto del greenwashing: perché la direttiva è necessaria

Il greenwashing, ovvero il travestimento “verde” delle aziende, non è un fenomeno nuovo, ma i suoi effetti sono diventati sempre più evidenti e dannosi. Studi recenti della Commissione Europea rivelano che quasi il 42% delle dichiarazioni ambientali sui prodotti contiene elementi potenzialmente ingannevoli, mentre il 37% utilizza termini vaghi come “sostenibile” o “rispettoso dell’ambiente” senza fornire dati a supporto​.

Questa confusione genera due conseguenze principali: da un lato, i consumatori perdono la possibilità di fare scelte realmente consapevoli; dall’altro, le imprese che investono seriamente nella sostenibilità si trovano in difficoltà a causa di una concorrenza sleale basata su promesse vuote.

Tutelare i consumatori

Per arginare il problema, l’Unione Europea aveva introdotto la già citata Direttiva Empowering Consumers. Questa normativa è complementare alla Direttiva Green Claims e ha rappresentato un primo passo per contrastare le pratiche commerciali sleali legate alla sostenibilità​.

L’approccio combinato di queste direttive non si limita a proteggere i consumatori: crea anche un ambiente più equo per le imprese, dove chi investe realmente nella sostenibilità non deve competere con chi si limita a proclamazioni infondate.

Impatti e opportunità per le imprese

L’applicazione della Direttiva Green Claims rappresenta una sfida significativa per molte aziende. Dimostrare scientificamente ogni green claim non è un’operazione semplice: richiede strumenti analitici avanzati, la consulenza di esperti e un processo continuo di revisione delle dichiarazioni.

Ma questa sfida è anche un’opportunità. Le imprese che sapranno adeguarsi potranno rafforzare la propria credibilità e conquistare una posizione di leadership in un mercato sempre più orientato verso la trasparenza. Comunicare la sostenibilità in modo rigoroso diventerà un vantaggio competitivo, capace di attrarre consumatori e investitori.

Non mancano le critiche, soprattutto da parte delle piccole imprese, che temono di non avere risorse sufficienti per adeguarsi alla normativa. Tuttavia, la direttiva prevede deroghe e misure di sostegno, come tempi più lunghi per la conformità e linee guida specifiche per ridurre l’impatto amministrativo​​.

Perché la Direttiva Green Claims è cruciale

Questa direttiva non è solo un insieme di regole, ma un segnale forte: l’Europa considera la sostenibilità una questione centrale per la competitività economica e la fiducia dei consumatori.

Il rischio del greenwashing non riguarda solo multe o controversie legali, ma anche la perdita di credibilità, un bene sempre più prezioso in un mercato globale attento alla sostenibilità. Al contrario, le imprese che si adeguano possono non solo evitare sanzioni, ma trasformare la conformità in un pilastro strategico del proprio modello di business.

Non è un percorso facile, ma è necessario. Le imprese che accetteranno la sfida si posizioneranno come leader di un cambiamento che è ormai inevitabile.

Micol Burighel