di Sergio Vazzoler

Realizzare servizi informatici innovativi per la pubblica amministrazione, aiutandola così a semplificare la vita di cittadini e imprese. Questa è la missione del CSI Piemonte, Consorzio per il Sistema Informativo, che in più di trent’anni di attività ha sviluppato servizi in tutti i settori: dalla sanità alle attività produttive, dai beni culturali all’ambiente, dal territorio alla formazione professionale e al lavoro.  Fondato nel 1977 da Regione Piemonte, Università e Politecnico di Torino, il CSI è oggi un Consorzio di oltre 100 enti pubblici piemontesi, tra Province, Comuni e forme associate, Aziende Sanitarie e Ospedaliere, Agenzie. Lavorando per molti enti, il CSI realizza economie di scala con notevoli risparmi per le amministrazioni, particolarmente preziose in tempi di crisi e riorganizzazione dei servizi. Abbiamo incontrato il Presidente del Consorzio, Davide Zappalà, per capire più da vicino l’evoluzione dei servizi offerti e la risposta da parte dei cittadini-utenti.

“Semplificare la vita ai cittadini nel momento in cui devono interagire con la PA”: come cercate di essere fedeli, oggi, all’ambizioso proposito con cui siete nati nel 1977?
La semplificazione dei rapporti tra cittadino e pubblica amministrazione è un tema più che mai attuale, al centro dell’Agenda Digitale europea. I cittadini piemontesi hanno già da anni a disposizione un portale (www.sistemapiemonte.it) che raccoglie i servizi digitali pubblici e che è stato realizzato interamente dal CSI per la Regione Piemonte. L’idea dell’amministrazione regionale era proprio quella di creare un punto di accesso unico e semplificato a diversi servizi on line. Oggi Sistema Piemonte, da poco rinnovato nella veste grafica e in alcune funzionalità che ne rendono ancora più rapido ed efficace l’utilizzo, ha al suo attivo quasi 150.000 utenti registrati e offre più di 500 servizi pubblici on line.
Facciamo qualche esempio concreto: le famiglie possono richiedere on line, con una sola domanda, gli assegni di studio e i contributi per l’acquisto dei libri di testo per ciascun figlio; è inoltre partito il percorso di attivazione di alcuni servizi sanitari: i cittadini potranno da casa o dall’ufficio, con pc, tablet o smartphone, cambiare il medico di famiglia, prenotare o disdire visite ed esami sanitari, pagare il ticket e ritirare i referti, il tutto senza recarsi agli sportelli. Anche per i professionisti la burocrazia è più semplice: con il Modello Unico Digitale per l’Edilizia, si possono presentare via web diverse pratiche (comunicazioni di inizio lavori, denuncia inizio di attività, permesso di costruire, agibilità…); la certificazione energetica degli edifici può essere gestita interamente on line e questo solo per citare alcuni servizi.
Sistema Piemonte è certamente un buon esempio di come, lavorando per gli enti, riusciamo a semplificare la vita ai cittadini.

Grazie al vostro lavoro quindi un cittadino piemontese può ottenere, con un click, una vasta gamma di servizi e informazioni, anche di natura professionale, che altrove costerebbero perdita di tempo e di risorse. Questo potenziale è adeguatamente conosciuto e sfruttato dalla cittadinanza?
Oggi in Piemonte sono più di 260.000 le credenziali rilasciate ai cittadini per l’accesso ai servizi on line. Quelli che hanno un impatto diretto sulla vita delle persone sono sicuramente i più apprezzati e utilizzati. Un esempio per tutti sono gli Assegni di studio, che dal 2013 si possono richiedere solo on line. Anche le famiglie che ancora non avevano la registrazione per l’accesso ai servizi digitali, sono state coinvolte e informate. Per raggiungere tutti i cittadini sono stati attivati diversi canali di distribuzione delle credenziali: dagli uffici URP regionali, a sportelli delle amministrazioni locali, fino al coinvolgimento di alcune scuole. Il risultato sono state quasi 75.000 nuove identità digitali assegnate. Anche i servizi della Città di Torino sono molto conosciuti (www.torinofacile.it): per esempio i certificati anagrafici e di stato civile possono essere richiesti e stampati in autonomia dai cittadini, evitando spostamenti e code agli sportelli. Certo, ad utilizzare abitualmente questo tipo di servizi è ancora una minoranza della popolazione, ma si tratta di un cambiamento di abitudini e di cultura che richiede tempo. I risultati raggiunti fino a ora sono il segno di una nuova mentalità che si sta diffondendo e che va sostenuta offrendo servizi adeguati.

Uno dei progetti che avete realizzato per il Comune di Torino si chiama Cruscotto Smart City e riguarda l’impatto delle politiche pubbliche sulla città. Esattamente, di cosa si tratta?
Il cruscotto urbano è stato progettato nel 2012 per la candidatura europea di Torino a città ecosostenibile ed è uno strumento pensato per guidare il percorso di cambiamento della città che vuole diventare “smart city”.
Grazie al cruscotto si possono conoscere ad esempio le caratteristiche dei diversi quartieri, leggendo i fenomeni che accadono sul territorio. Visualizza in tempo reale, quartiere per quartiere, dati georeferenziati, fornendo più di 300 indicatori suddivisi per temi: demografia, criminalità, tematiche sociali e ambientali… È quindi uno strumento importante di decision making, perché semplifica la lettura di fenomeni complessi, consente un’analisi dinamica e simula scenari.
È una piattaforma che può essere utilizzata in modo partecipativo dagli amministratori pubblici e da tutti gli attori coinvolti nel progetto: soggetti locali, istituzionali, cittadinanza, imprese.

Sul fronte ambientale ed energetico, invece, avete sviluppato una piattaforma che monitora i consumi di energia negli edifici pubblici. Come funziona?
Si chiama Smart Energy Web ed è lo strumento che aiuta i Comuni a pianificare politiche di risparmio energetico e sostenibilità ambientale: monitora i consumi di energia e riscaldamento di edifici pubblici (municipi, scuole, biblioteche…) e di illuminazione pubblica (strade, parchi, semafori), per conoscere esattamente cosa, quanto e in quanto tempo si può risparmiare sulle spese comunali. Siamo partiti dal presupposto che una chiara conoscenza dei consumi energetici rappresenta il primo passo per ridurre i costi e fare un uso intelligente delle risorse: con gli opportuni accorgimenti, è possibile per le amministrazioni risparmiare fino al 35{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} di energia negli edifici comunali.
Smart Energy si colloca nella filosofia più generale del facility management, che il CSI sta sviluppando per i Comuni. Abbiamo progettato una soluzione informatica che gestisce in modo sistematizzato le informazioni su: portfolio immobiliare, gestione degli spazi, arredi e attrezzature tecnologiche, impianti… I principi del facility management portano all’ottimizzazione dei costi di gestione di impianti e infrastrutture, alla razionalizzazione dei consumi e a un sensibile miglioramento della sicurezza. Studi di settore ci dicono che il risparmio medio annuo possibile si colloca tra il 20 e il 30 per cento.

Sempre sul tema “green” CSI sviluppa applicazioni anche in contesti internazionali. Quali sono i principali progetti avviati?
In questo momento siamo partner in una serie di progetti finanziati dall’Unione Europea, che coinvolgono anche altri paesi (Regno Unito, Grecia, Svezia, Francia, Germania solo per citarne alcuni) e che promuovono la sostenibilità e il risparmio energetico. DIMMER, ad esempio, intende creare correlazioni tra energia consumata ed effettiva utilizzazione degli edifici, fornendo anche un feedback in tempo reale agli operatori e agli utenti finali, per ottimizzare i processi e modificare le abitudini comportamentali. Il risultato atteso è una riduzione consistente dei consumi energetici e delle emissioni di CO2 attraverso politiche di distribuzione energetica più efficienti. Il CSI Piemonte supporta la fase di modellazione GIS dei dati e, insieme all’Università di Torino, fornisce gli strumenti web per le indagini sociologiche. C’è poi OPTICITIES, che sostiene le città europee nella sperimentazione di soluzioni di Intelligent Transport Systems per la mobilità di persone e merci, con particolare attenzione alle modalità di trasporto alternative all’uso individuale dell’automobile: trasporto pubblico, mobilità ciclistica, car pooling, car sharing… Le nuove soluzioni sviluppate saranno testate in 6 diverse città (Torino, Gran Lyon, Madrid, Birmingham, Wroclaw, Goteborg). Il CSI definisce e gestisce il quadro generale della sperimentazione e coordina le attività pilota a Torino.