Doppia materialità, cosa cambia per i bilanci di sostenibilità?
L’ultimo aggiornamento degli Standard GRI, entrato in vigore dal 1° gennaio 2023, introduce, tra le altre cose, il nuovo concetto della “doppia materialità”, ripreso dalla Commissione Europea nell’ultima Direttiva sul reporting di sostenibilità.
È un periodo di grande fermento per la rendicontazione della sostenibilità. Non solo per la nuova Direttiva Europea (di cui abbiamo parlato già diverse volte su questo magazine), ma anche perché quest’anno sono diventati effettivi i nuovi Standard GRI che hanno introdotto diverse novità.
Il superamento della matrice di materialità
Tra queste, la doppia materialità è uno dei concetti che desta più preoccupazioni tra gli addetti ai lavori e soprattutto tra le aziende che rendicontano da qualche anno. Finora, le imprese hanno seguito uno schema ben preciso che sfocia nella forma più classica della matrice di materialità, in cui l’asse dell’azienda si incrocia con l’asse degli stakeholder per rappresentare graficamente i temi materiali su cui l’organizzazione deve rendicontare. Ma ora sia la nuova versione dei GRI sia l’approccio della Direttiva europea chiedono alle imprese di fare un passo in più.
Nella versione precedente dei GRI – GRI 101 Principi di rendicontazione 2016 – un tema veniva definito materiale quando rifletteva un impatto economico, ambientale e sociale significativo da parte dell’organizzazione e/oppure influenzava le decisioni degli stakeholder. Questo schema portava però, secondo gli esperti, a una possibile sovrarappresentazione dell’opinione degli stakeholder che non teneva conto di altri temi da includere nel report di sostenibilità di un’organizzazione.
Doppia materialità, un approccio più inclusivo
A questo serve la doppia materialità: includere nell’analisi del report non solo i temi rilevanti perché hanno un effetto inside-out (quindi dall’organizzazione verso il contesto in cui agisce) ma anche outside-in (considerando perciò tutti i temi che possono influire sull’attività di un’organizzazione).
Il processo proposto dal GRI 3 Material Topic 2021 è chiaro. Si parte da una comprensione generale del contesto dell’organizzazione. Vengono poi identificati gli impatti reali e potenziali (quando è possibile, è fondamentale fare riferimento ai GRI Sector Standards che forniscono elementi preziosi, ma che al momento sono disponibili solo per una manciata di settori industriali). Grazie al confronto con esperti e stakeholder selezionati, a ogni impatto è assegnata la relativa importanza.
I temi prioritari
Infine, gli impatti individuati vengono sottoposti a un’ultima fase di validazione in cui si assegna una prioritarizzazione ai temi. In questo modo l’analisi di materialità risulta più completa e trasparente.
In questo rinnovato approccio alla materialità – o meglio, alla doppia materialità – il confronto con gli stakeholder è costante. Questa apertura facilita e permette un approccio dinamico ai temi rilevanti di una organizzazione: il modello di sviluppo sostenibile si può adeguare nel corso del tempo al cambiare delle situazioni e dei contesti.