A che punto siamo con gli ESRS, i nuovi standard europei per il reporting di sostenibilità?
Entro giugno 2023 dovranno essere approvati gli ESRS, come stabilito dalla Direttiva Europea per il Reporting di Sostenibilità di dicembre 2022. La prima bozza è in discussione adesso.
Ci eravamo lasciati, a fine 2022, con la notizia dell’approvazione dell’agognata direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive). Pubblicata il 16 dicembre 2022 in Gazzetta Ufficiale UE, essa rappresenta un traguardo storico per il reporting di sostenibilità: allargando moltissimo la platea di aziende che dovranno produrre questo documento – da poco meno di 12 mila oggi a, gradualmente, oltre 50 mila – la direttiva sposta il reporting di sostenibilità in primo piano nel dibattito europeo.
Come anticipavamo in questo focus, la nuova direttiva impone il rispetto di una serie di standard di rendicontazione, ancora in fase di elaborazione, che hanno l’obiettivo di dare uniformità a un panorama di consuntivazione frammentato, mettendo insieme vari stimoli e spunti internazionali – come i principi guida Onu sui diritti umani e le linee guida Ocse per le multinazionali. Si chiamano ESRS (European Sustainability Reporting Standards) e sono un corposo insieme di documenti che stanno tracciando delle nuove regole rispetto alla misurazione della sostenibilità aziendale, in conformità con gli standard internazionali SASB – che identificano il sottoinsieme di questioni ambientali, sociali e di governance più rilevanti per le prestazioni finanziarie in 77 settori – e i GRI, emanati dalla Global Reporting Initiative. Tali nuovi standard avranno effetti importanti anche sulle strategie ESG delle imprese.
L’EFRAG e la bozza di ESRS
A curare gli ESRS è l’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group), un’associazione privata voluta fortemente dalla Commissione Europea come consulente tecnico, composta da stakeholder europei, organizzazioni nazionali e rappresentanze della società civile, la cui mission è “servire l’interesse pubblico europeo in materia di rendicontazione finanziaria e di rendicontazione della sostenibilità.”
Tra aprile 2021 e giugno 2022 l’EFRAG ha lavorato a una prima bozza degli standard, la quale è stata sottoposta, nell’estate 2022, a una consultazione pubblica da parte delle imprese europee, con l’obiettivo di ricevere una prima serie di riscontri e apportare miglioramenti al testo. Già in questa primissima fase, non sono mancate le difficoltà. In una lettera alla Commissione Europea, AFEP, l’associazione francese delle grandi imprese, e Deutsches Aktieninstitut, l’associazione delle imprese tedesche quotate, hanno sollevato una serie di perplessità sul testo. Sostanzialmente, i dubbi riguardavano l’eccessivo rigore degli standard e la grande complessità dei documenti, centinaia di pagine di requisiti, dalle quali non emergevano, a loro parere, i temi più urgenti.
Nei mesi che hanno seguito la consultazione, l’EFRAG si è adoperato per modificare la bozza, integrando gli input arrivati e ha presentato una nuova proposta, a fine 2022, alla Commissione Europea. Quest’ultima dovrà esprimere un parere frutto della consultazione ulteriore con Stati Membri e organi dell’Unione, per procedere con l’approvazione entro giugno 2023.
La bozza degli ESRS
La bozza finale presentata alla Commissione si compone di 12 drafts di ESRS, una lettera di presentazione e una nota esplicativa della procedura.
Vi sono due standard trasversali, quindi indipendenti da settore e tipologia di impresa, denominati “requisiti generali” e “informazioni di carattere generale” che riguardano i temi da trattare e le metodologie da adottare per il reporting, in generale. Vengono approfonditi, ad esempio, il concetto di doppia materialità, la misurazione della catena del valore e le metriche da utilizzare.
A seguire, i “topical” standard, ovvero una lista di temi da toccare, suddivisi nelle tre categorie ESG (Environment, Social, Governance). Nella sezione dedicata all’ambiente vi sono standard relativi alla gestione del cambiamento climatico, all’inquinamento, all’utilizzo delle risorse e alla tutela della biodiversità. In “Sociale”, le linee guida riguardano i lavoratori interni all’organizzazione, i fornitori, i consumatori e le comunità toccate. Infine, lo standard dedicato alla Governance è uno solo, ovvero la condotta di Business.
Sotto a chi tocca
A standard approvati, le prime imprese coinvolte dalla nuova norma europea saranno, a partire dal 2024, tutte quelle che già rientravano nella precedente direttiva sulla rendicontazione non-finanziaria. Seguiranno gradualmente le altre organizzazioni identificate nel perimetro della direttiva, con ultime le PMI che dal 2028 non potranno più esimersi dalla rendicontazione.
Nel frattempo, l’attività dell’EFRAG prosegue sugli standard di settore: cinque compresi nel GRI (agricoltura, estrazione del carbone, estrazione mineraria, oil+gas upstream e oil+gas mid-to downstream) e cinque ad alto impatto (produzione di energia, autotrasporto, produzione di autoveicoli, alimenti/bevande e tessuti). Quest’ultimo gruppo includerà anche gli standard ESRS per le PMI (NdR: si parla delle Pmi quotate).