Etichetta Consapevole: un nuovo strumento nella lotta allo spreco alimentare
In Europa si buttano ogni anno nove milioni di tonnellate di cibo a causa dell’errata interpretazione delle indicazioni di scadenza. Too Good To Go lancia una nuova campagna per sensibilizzare il consumatore finale: l’intervista alla PR manager Ilaria Ricotti
Conoscete la differenza tra data di scadenza e termine minimo di conservazione? Siete sicuri di non star per buttare un alimento che potrebbe essere ancora consumato senza alcun rischio per la salute? Se rispondete a questa domanda tentennando, potreste far parte del 63% dei consumatori italiani che, secondo un sondaggio di Altroconsumo, non conosce bene la differenza tra le varie scadenze. Per sensibilizzare e far riflettere le persone sullo spreco alimentare che avviene ogni giorno nelle case, Too Good To Go, impresa conosciuta per la nota app “anti-spreco”, ha lanciato l’Etichetta Consapevole. Racconta il progetto Ilaria Ricotti, PR Manager Italia di Too Good To Go.
Il misterioso caso del TMC…
Sull’etichetta di un prodotto alimentare possiamo incappare in due diciture diverse: “da consumarsi entro” e “da consumarsi preferibilmente entro”. Qual è la differenza? La prima indicazione segnala la data di scadenza dell’alimento: una volta superata, sarebbe meglio non consumare il bene perché potrebbe essere dannoso per la nostra salute. La seconda scritta invece indica il TMC, ossia il termine minimo di conservazione, il momento entro il quale il produttore garantisce l’integrità delle proprietà organolettiche dell’alimento, come il profumo, il sapore, la fragranza. Passato il TMC, però, il prodotto non diventa nocivo per la salute.
“Sta al consumatore e ai suoi sensi valutare: è anche questo il senso della nostra campagna – commenta Ilaria Ricotti. “L’Etichetta Consapevole che Too Good To Go ha lanciato non è stata progettata per dire alle persone entro quando consumare il bene, ma l’obiettivo è far capire che c’è una differenza sostanziale tra “da consumarsi entro il” e “da consumarsi preferibilmente entro il”.
Un’Etichetta Consapevole per sprecare meno
Ma nel concreto com’è fatta l’Etichetta Consapevole che è già possibile trovare su alcuni scaffali dei negozi? Si tratta dell’aggiunta sul packaging degli alimenti con TMC della dicitura “Spesso buono oltre”, accompagnata da pittogrammi esplicativi che invitano ad assaggiare, annusare, provare prima di buttare arbitrariamente. “Oltre all’Etichetta Consapevole, abbiamo costruito il sito spessobuonooltre.it dove si possono trovare le indicazioni che abbiamo riportato dal Ministero della Salute sui tempi di conservazione dei prodotti dopo il TMC.” Tra le aziende che hanno aderito alla campagna ci sono “La Marca del Consumatore”, che con la sua passata già da gennaio presenta l’Etichetta Consapevole, alcuni prodotti a marchio NaturaSì, Salumi Pasini, WAMI, Granarolo, Fruttagel, Bel Group, Gruppo VéGé, Raspini Salumi, Nestlé, Danone e Olio Raineri.
L’Etichetta Consapevole arriva in Italia dopo esser passata da altri Paesi. “I primi ad averla lanciata sono stati Danimarca e Germania nel 2016 e 2017, proprio agli inizi di Too Good To Go, che nasce nel 2015 – racconta Ricotti. “In Danimarca dopo un anno di campagna sono stati fatti rilevamenti e sondaggi: il 70% dei consumatori ha dichiarato di essere più consapevole sul tema e il 60% di aver sprecato meno cibo dopo essere venuto a conoscenza del problema grazie alla campagna.” Risultati che Too Good To Go spera di raggiungere anche in Italia, dove lo spreco alimentare ammonta a 27 kg a persona.
Quanto impatta sul pianeta lo spreco alimentare?
Secondo i dati della FAO, l’8% delle emissioni di gas serra derivano dallo spreco alimentare. “Lo spreco alimentare è in primis un problema sociale: c’è una parte di mondo che produce oltre le sue possibilità e getta tonnellate e tonnellate di cibo, e un’altra parte di mondo che non ha abbastanza rispetto alle proprie esigenze. A questa problematica si aggiunge l’impronta ambientale dello spreco alimentare: il cibo viene prodotto, lavorato, trasportato e anche smaltito. A ogni passaggio le emissioni climalteranti aumentano” spiega la PR Manager di Too Good To Go.
Non finisce qui: la disinformazione in merito ai tempi di conservazione degli alimenti ha un peso rilevante rispetto a questo tema. La Commissione Europea rende noto che il 10% dello spreco alimentare a livello europeo è portato dall’errata interpretazione dell’etichettatura. “Andare a spiegare meglio al consumatore cosa vogliono dire queste diciture è particolarmente importante per contribuire a eliminare in modo diretto lo spreco alimentare. Se tanti iniziano a ragionare e a riflettere prima di buttare, possiamo avere un vero impatto.”
Il Patto contro lo spreco alimentare
L’Etichetta Consapevole di Too Good To Go è in realtà una tappa di un percorso più ampio: il Patto contro lo spreco alimentare. Oltre all’Etichetta Consapevole, prevede altre 4 azioni contro lo spreco: azienda consapevole, consumatore consapevole, supermercato contro lo spreco e fabbrica contro lo spreco. “Abbiamo iniziato a dialogare con le aziende e ci siamo resi conto che lo spreco alimentare è una argomento che sta a cuore a molte di loro, ma che andavano supportate in questa lotta. Le realtà che hanno aderito (18 al momento), hanno scelto quali delle azioni del Patto potevano essere più strategiche per loro, per andare a contrastare gli sprechi alimentari all’interno e al di fuori dell’azienda.”
Insomma, per combattere lo spreco alimentare sarà necessaria la collaborazione e partecipazione di tutti: imprese, organizzazioni, singoli individui. “Quello che stiamo cercando di fare, come azienda che come suo business principale porta avanti azioni sostenibili e diffonde i principi della sostenibilità, è unire la parte di sensibilizzazione e comunicazione a una parte concreta, che invita all’azione. Diciamo alle persone: noi stiamo facendo questo, tu cosa potresti fare?” – conclude Ilaria Ricotti.
E noi tutti come stiamo affrontando questa battaglia?
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