Eurobarometro, i cittadini europei spingono per la transizione verde
L’invasione russa dell’Ucraina rende ancora più urgenti gli investimenti in energie rinnovabili. E la comunicazione giocherà un ruolo fondamentale per incidere sui comportamenti individuali.
A fine aprile, 26mila cittadini europei sono stati intervistati online per un Eurobarometro riguardante la risposta europea al conflitto in corso in Ucraina. Il sondaggio ha messo in luce come la grandissima parte degli europei sia favorevole alla transizione verde in campo energetico. Per l’84% delle persone intervistate la guerra in Ucraina non fa che confermare l’urgenza di investire nelle fonti di energia rinnovabile. E il dato è particolarmente alto in Italia: sono quasi 9 cittadini su 10 a chiedere di procedere in questa direzione.
Oltre i combustibili fossili e verso una maggiore indipendenza
Gli interventi dell’Europa in campo energetico rispetto alla “questione russa” trovano riscontro nella volontà e nelle aspettative dei cittadini europei. L’85% dei rispondenti ritiene che la dipendenza energetica relativa ai combustibili fossili russi debba interrompersi il prima possibile. Investendo nella transizione verde e dando un cambio di passo a eolico, solare and company ma anche organizzandosi meglio rispetto a fonti come il gas. L’87% degli intervistati, infatti, ritiene che gli Stati membri debbano prepararsi per fare scorte di gas in vista del prossimo inverno e l’85% è favorevole ad accordi commerciali con altri Paesi che possano portare a prezzi più vantaggiosi.
Per quanto riguarda gli investimenti nella transizione verde, c’è largo consenso anche rispetto all’adozione da parte dell’UE di misure volte ad aumentare l’efficienza energetica degli edifici, dei trasporti e delle merci (85%).
Transizione verde sì ma attenzione al portafogli
E rispetto alle questioni economiche? Anche qui i cittadini europei hanno le idee chiare. Anche perché la questione energetica li coinvolge in prima persona: per l’86% degli intervistati l’aumento dei prezzi dell’energia ha un impatto significativo sul proprio potere d’acquisto. È l’Europa che, secondo il 90% dei rispondenti, dovrebbe adottare misure a livello comunitario per limitare l’impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia sui consumatori e sulle imprese. L’aspettativa nei confronti dei policymaker è alta.
L’azione del singolo
Sul piano personale, quali sono le azioni più gettonate dagli europei per diminuire il consumo energetico e tagliare così le bollette? Le “buone abitudini” più frequenti sono spegnere la luce quando non necessaria (73%) e scollegare i dispositivi elettronici quando non in uso (61%). Nella top 5 rientrano anche ridurre il riscaldamento a casa e in ufficio (52%), usare alternative di trasporto sostenibile, come la bicicletta o i mezzi pubblici (44%) e comprare elettrodomestici efficienti dal punto di vista energetico (41%). Altre azioni, come ricorrere a fonti di energia rinnovabile per la propria casa oppure migliorare l’isolamento termico della propria abitazione sono ancora poco diffuse. E, in effetti, rispetto ai comportamenti indicati come più comuni, questi ultimi sono più faticosi. La transizione verde, però, passa necessariamente anche dal cambiamento degli stili di vita: l’Europa non cambia se non cambiano gli europei.
Ed è proprio su questo punto che si gioca una partita importante per chi ha il compito di comunicare la sostenibilità e di contribuire a diffondere comportamenti virtuosi in discontinuità con le abitudini che si sono formate e consolidate nella società dei consumi.