Cosa cambiò col tempo? «Negli anni crebbe senza dubbio la consapevolezza dei consumatori verso la sostenibilità. Dall’Alga Carta arrivammo quindi al Crush, una carta prodotta con scarti di produzione del comparto agro alimentare: dal pergamino del caffè, alla buccia di mandorla, alla sansa deoleata di oliva alla buccia di arancia. Anche in questi casi la carta presentava caratteristiche di stampabilità e funzionalità del tutto simili alla carta normale, ma come per Alga Carta il consumo di cellulosa di albero era ridotto significativamente. La richiesta di questo tipo di prodotto da parte della GDO aumentò molto, segno che anche i consumatori avevano acquisito maggiore consapevolezza e sensibilità sulla sostenibilità». Ed arriviamo infine alla nuova linea: Remake. «In questo caso lo stimolo ci arrivò dal mondo della moda. I grandi marchi, ci chiesero una carta, per i loro packaging, che fosse maggiormente in linea con la loro filiera. Per questo iniziammo a sperimentare la produzione di un tipo di carta sviluppata sugli scarti di filiera della moda. Remake nasce dalle fibre di collagene del cuoio. Un materiale straordinario. Noi operiamo una selezione all’origine, selezionando esclusivamente cuoio conciato in modo vegetale e di origine italiana. In questo modo escludiamo la presenza di cromo nella nostra carta, un contaminante pericoloso per la salute». Che usi si fanno di questa carta? «Come per le nostre precedenti linee la carta presenta caratteristiche simili a quella da cellulosa da albero. Il 25{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} di fibre di cuoio che aggiungiamo all’impasto dà una carta più leggera e voluminosa. Questo consente un risparmio notevole sulla grammatura e sul peso della carta stessa. In sostanza usiamo meno alberi, e riusiamo creativamente (up-cycling) sottoprodotti di altre filiere industriali».  ]]>