Recentemente inaugurato, il Giardino della Biodiversità di Padova rispetta le caratteristiche dell’orto botanico rientrante nel Patrimonio Unesco, arricchendosi di nuovi esemplari faunistici e da un progetto di tutela e divulgazione che si inserisce pienamente nell’ottica del tema dominante di Expo 2015, la biodiversità. Il progetto ci viene descritto dalla Professoressa Barbara Baldan, vice-prefetto del Centro Orto Botanico dell’Università di Padova.
Il giardino della biodiversità di Padova si sviluppa dall’orto botanico più antico d’Europa: di quali tesori si compone questo patrimonio tutelato dall’Unesco?
L’Orto Botanico di Padova è iscritto nella lista del Patrimonio mondiale UNESCO dal 1997. La sua fondazione risale al 1545 e sin da allora ha conservato sia l’ubicazione che il disegno architettonico originario. Nato con lo scopo di favorire il riconoscimento dei “semplici”, le piante da cui si ricavavano principi attivi per la cura delle malattie, in poco tempo l’orto ha acquistato una notevole influenza nel mondo della scienza segnando l’inizio dell’applicazione del metodo sperimentale nella Botanica. Poiché l’Università di Padova era frequentata da studenti provenienti da tutta Europa, l’Orto patavino ha rappresentato un modello per l’istituzione di altri orti botanici in vari paesi europei. La struttura architettonica dell’Orto circolare con le sue affascinanti forme geometriche che derivano dalla particolare disposizione delle varie parcelle era già comparsa in una pubblicazione del 1591 e costituisce tuttora un patrimonio unico e molto ammirato dell’Orto Botanico di Padova.
Con la trasformazione della botanica da disciplina applicata alla medicina a scienza pura, anche le collezioni dell’Orto si modificano: oltre alle piante medicinali si aggiungono collezioni tematiche e raccolte di piante di specifici ambienti. Attualmente l’Orto antico ospita circa 6000 esemplari tra specie erbacee, arbustive e arboree. Sono anche presenti alcuni alberi storici tra i quali il platano orientale (Platanus orientalis) messo a dimora nel 1680, il Ginkgo biloba del 1750 che costituisce una particolarità in quanto si tratta di una pianta maschile su cui fu poi innestato un ramo femminile, una Magnolia grandiflora del 1786. Attualmente, la pianta più antica dell’Orto è la Chamaerops humilis piantata nel 1585, 40 anni dopo la fondazione dell’Orto. Essa è anche conosciuta come palma di Goethe poiché, in un suo trattato sulla metamorfosi delle piante, egli menzionò la trasformazione delle foglie giovani intere in foglie laciniate a maturità che aveva avuto modo di osservare in questa palma durante una sua visita all’Orto Botanico di Padova.
Con la realizzazione del giardino della biodiversità si è voluto trovare il miglior equilibrio tra tutela della biodiversità e design del territorio: quali sono stati i criteri principali che hanno guidato il progetto?
Le nuove serre costituiscono una struttura lunga 110 metri, larga 42 metri e alta 18 metri nel punto più a nord che corrisponde alla serra tropicale umida. La parte nuova confina direttamente con l’orto antico e si estende per circa 15.000 metri quadri. Molta attenzione è stata dedicata alla realizzazione di un edificio che riduca al minimo l’impatto ambientale: ottimizzazione dello sfruttamento dell’energia solare attraverso pannelli fotovoltaici che producono l’energia elettrica necessaria ad alimentare pompe che regolano il ciclo dell’acqua e il funzionamento automatizzato della struttura. La pioggia viene raccolta in una vasca di 450 metri cubi per costituire una riserva idrica, inoltre un pozzo artesiano preleva ad una profondità di 284 metri l’acqua che viene continuamente riciclata per alimentare le cascate e i laghetti presenti nonché per la vaporizzazione dell’acqua all’interno delle serre per mantenere i corretti parametri climatici. Le superfici opache interne ed esterne presentano un rivestimento costituito da un composto fotocatalitico che sfrutta i raggi UV per abbattere l’inquinamento atmosferico.
Quindi le nuove serre costituiscono un complesso tecnologicamente avanzato, rispettoso dell’ambiente, integrato perfettamente nel tessuto cittadino e con una grande potenzialità nella creazione di relazioni scientifiche, culturali, di intrattenimento.
Qual è l’importanza del giardino dal punto di vista della divulgazione scientifica?
L’ampliamento dell’Orto Botanico fornisce gli strumenti necessari per continuare nella sua antica tradizione di ricerca scientifica, nonché di conservazione e collezione delle piante.
Lo studio e la conservazione della biodiversità sono fondamentali dal punto di vista sia ecologico che applicativo. Attualmente circa 30 specie coltivabili forniscono la maggior parte delle risorse alimentari all’umanità, quindi conservare la biodiversità vegetale permette la realizzazione di incroci per ottenere piante alimentari che possano essere coltivate anche in condizioni sfavorevoli, come suoli poveri, in zone caratterizzate da temperature estreme, salinità elevata nel terreno. La conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità vegetale appaiono quindi necessarie per assicurare la produzione di cibo a lungo termine nonché per far fronte alle variazioni climatiche e alle sfide ambientali.
L’innovazione nel settore delle piante medicinali è un’altra importantissima ragione per mantenere la biodiversità vegetale: molti principi attivi sono ancor oggi ricavati dalle piante e inoltre, anche se la maggior parte dei farmaci è di sintesi, il principio attivo naturale ricavato dalla pianta fornisce il modello per l’industria chimico-farmaceutica. E’ per questa ragione che a tutt’oggi sono studiate specie per valutarne la potenziale utilità in campo medico in vista di sviluppi futuri in merito alla cura di diverse patologie.
Quali strumenti si è scelto di utilizzare per la formazione e l’informazione all’interno del giardino? Sono stati elaborati percorsi differenziati per diverse categorie d’utenza?
Nell’Orto antico sono presenti diverse esposizioni a carattere tematico: percorso per non vedenti, piante velenose, piante esotiche introdotte per la prima volta a Padova rispetto al resto dell’Europa, piante insettivore, ed altre ancora.
Nell’Orto nuovo l’idea espositiva rispecchia una suddivisione fitogeografica delle specie vegetali all’interno dei diversi biomi del pianeta che presentano diverse condizioni climatiche: dalle aree tropicali alle zone temperate e quelle aride. All’interno delle serre, il visitatore si renderà subito conto della grande biodiversità di specie in diversi ecosistemi di continenti lontani, ma che hanno in comune le condizioni climatiche. Questo percorso espositivo definito “la pianta e l’ambiente” rappresenta un viaggio ideale dall’equatore ai poli che coinvolgerà il visitatore e lo farà immergere nella biodiversità di ogni fascia climatica.
L’altro percorso espositivo previsto, in via di realizzazione, avrà come idea centrale il ruolo delle piante nella vita dell’uomo. Il percorso “La pianta e l’uomo” racconterà con pannelli innovativi, filmati, postazioni interattive il rapporto millenario delle piante con la specie umana.
In che modo si è scelto di incentivare l’integrazione tra la tutela e la fruizione da parte degli utenti, per rendere il giardino un luogo vivo e frequentato?
Uno degli approcci di comunicazione tecnologicamente avanzati che sarà realizzato in futuro prevede l’uso del Web. In questo modo la visita inizia prima di arrivare in orto e può continuare una volta usciti: sarà possibile scaricare applicazioni, esplorare i percorsi prima della visita; sono previsti accessi ad informazioni e approfondimenti durante la visita, mediante il cartellino di identificazione delle piante e dopo la visita, tramite app, sarà possibile restare in contatto con l’Orto Botanico. L’Orto inoltre favorirà lo svolgimento di iniziative scientifiche e culturali con organizzazione di eventi che possano favorire la diffusione della cultura botanica ma anche lo scambio di idee, dati scientifici che incentivino la ricerca in campo vegetale. Continueranno le iniziative per la sensibilizzazione del visitatore alla cultura botanica per rendere la cittadinanza consapevole del grande patrimonio presente nell’Orto Botanico di Padova.
Dal punto di vista della tutela ambientale e della promozione territoriale, quali sono le principali esigenze dell’Italia alle quali rispondere e quali potrebbero essere le strade da percorrere?
Limitandoci alle nostre competenze, si può far presente che un corretto management delle risorse vegetali può dare un contributo positivo alla tutela dell’ambiente. Ad esempio, le piante con i loro apparati radicali sono in grado di trattenere e consolidare il terreno che potrebbe così diventare meno franoso e resistere maggiormente al dilavamento da parte della pioggia. Questo effetto di trattenimento del terreno viene sfruttato anche in ambienti desertici allo scopo di limitarne l’avanzata, ed è attualmente utilizzato dal governo cinese per cercare di limitare l’avanzata del grande deserto che si trova nella sua parte più occidentale. Inoltre, la vegetazione migliora anche le condizioni climatiche generali favorendo il mantenimento di un certo grado di umidità.
Importante è poi a livello più locale anche una corretta politica del “verde” che, a prima vista potrebbe sembrare restrittiva e limitante per lo sviluppo di attività economiche, ma potrebbe in realtà migliorare sotto il profilo turistico la vivibilità di certi ambienti portando così anche benefici economici, oltre ad un sicuro miglioramento della qualità della vita degli abitanti di quegli ambienti.
Il progetto sarà collegato ad Expo 2015? Cosa ne pensa di questa opportunità?
In generale l’Expo 2015 avrà come tema principale la Biodiversità e, quindi, noi riteniamo che a questa manifestazione si potrebbe collegare in qualche modo anche l’Orto Botanico di Padova che, attualmente, è la più grande e più moderna struttura di questo tipo in tutto il Nord-Italia. Poiché è verosimile che il flusso di visitatori per l’Expo 2015 non si limiti a restare nella sola Milano ma possa anche muoversi in direzione di Venezia (un vero e proprio magnete per i turisti), toccando anche la città di Padova, sono attualmente in corso dei contatti fra le municipalità di Milano, Venezia e Padova finalizzati a promuovere tali flussi turistici. L’Expo 2015 potrà essere una grande opportunità anche per l’Orto Botanico di Padova.