La cosmetica ha un cuore pulsante italiano. Il distretto del beauty, concentrato prevalentemente in Lombardia macina 11 miliardi di euro di fatturato all’anno ed esporta il 65{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} della propria produzione, ponendosi al quarto posto mondiale come volume di produzione. Circa 500 imprese si concentrano fra le province di Milano e Cremona. La peculiarità del distretto cosmetico italiano sta tutta nella sua vocazione squisitamente B2B, ovvero nella produzione per conto dei giganti mondiali della bellezza, di prodotti specifici e sviluppati secondo precise esigenze. Un settore in cui la flessibilità del nostro tessuto industriale, composto per la gran parte da PMI, si dimostra un valore aggiunto in grado di creare risultato. La cosmetica italiana è uno dei settori industriali che ha risentito in misura minore della crisi economica. Due sono gli indici dell’efficienza del comparto: l’investimento continuo in ricerca e sviluppo, che ha portato negli ultimi 5 anni a registrare una media di 5000 nuovi brevetti all’anno e che ha creato un segmento formativo universitario specifico (sono infatti ormai 10 i master sparsi per la penisola che approcciano in materia scientifica il mondo cosmetologico); la tenuta sostanziale del profilo occupazionale del settore che impiega stabilmente oltre 35mila addetti (che diventano però 200mila considerando l’intero indotto della filiera). Recentemente si è tenuto a Bologna la più importante fiera italiana di settore: il Cosmoprof. Un appuntamento che è in continua crescita. Sono aumentati gli espositori (quasi 3000 nell’edizione 2018 con una crescita del 3{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} rispetto al 2017) e con una crescita complessiva in termini di fatturato dell’edizione 2018 del 7,5{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622}. Infine la cosmetica a livello mondiale si dimostra uno dei settori maggiormente attenti alle tematiche della sostenibilità e del green. Sono oltre 46 i miliardi di euro spesi nel mondo per prodotti cosmetici certificati. La sostenibilità è un tema in qualche modo core per la cosmetica, poiché già la materia prima (organica, vegetale, vegana etc etc) rappresenta un punto di partenza di eccezionale. Tra prodotto e processo: una comunicazione che racconti anche l’impegno delle aziende Come comunicare un settore così vivace e in continua crescita? Ponendo attenzione alla sostenibilità dei prodotti e dei processi, ad esempio. Raccontando la ricerca che sta dietro l’elaborazione di un prodotto specifico. La cosmetica sconta, come molti altri settori, una cacofonia comunicativa. Il grosso dell’investimento in comunicazione e pubblicità viene centrato sul prodotto, poche risorse vengono invece investite sui processi che gli stanno dietro e che lo rendono in qualche modo unico. Eppure è nel processo produttivo stesso che si incarnano i valori e le qualità che decretano il successo di una cosmesi, sia essa una polvere, un mascara, un rossetto. Quel è dunque il percorso più efficace per valorizzare la storia di un prodotto? Noi crediamo sia proprio quello di partire dalla sua origine e dalla sua modalità produttiva. Come professionisti della comunicazione rispondiamo alla domanda di valore raccontando l’idea che ha generato il prodotto, l’impegno profuso nel progettarlo, testarlo, nel ricercare i migliori ingredienti per realizzarlo. Ad esempio per il lancio di una nuova linea cosmetica da parte di uno dei nostri clienti, Top Powder della Gi Picco’s Cosmetics, abbiamo puntato non solo sul prodotto in sé, ma anche sulla sua fase di produzione, realizzando una campagna di comunicazione che ha utilizzato il video e i social come mezzo e che ha raccontato quello che c’è dietro (e prima) del bel packaging che trovate su uno scaffale in profumeria o in un beauty shop. Questi sono i valori di un’azienda che fanno grande un prodotto e che soprattutto aiutano il consumatore nel fare scelte d’acquisto consapevoli.]]>