CIWF – Compassion In World Farming – è un’associazione internazionale che promuove pratiche di allevamento rispettose del benessere degli animali, dell’ambiente e delle persone. Tra le campagne più note dell’associazione c’è quella contro gli allevamenti intensivi, raccontata nel libro inchiesta “Farmageddon“, scritto da Philip Lymbery, CEO di CIWF International, insieme a Isabel Oakeshott (Sunday Times). L’associazione ha anche ideato dei Premi, pensati come strumento per stimolare le aziende a migliorare gli standard di allevamento degli animali nelle loro filiere. Recentemente ad aggiudicarsi questi riconoscimenti sono state alcune imprese italiane quali Ferrero, Fumagalli Industria Alimentari e ValVerde, premiate ad Expo. Abbiamo chiesto a Philip Lymbery di raccontarci qualcosa in più della sua attività e cosa pensa di alcuni temi centrali di Expo, quali alimentazione, ambiente e salute. Cosa pensa del sistema agroalimentare italiano rispetto a quello di altri paesi? E quali sono, secondo lei, gli aspetti su cui intervenire con più urgenza? Innanzitutto, vorrei dire che i miei piatti preferiti sono italiani. L’Italia ha un patrimonio alimentare incredibilmente ricco e una tradizione culinaria tra le più amate al mondo. Ciò detto, il suo sistema di produzione alimentare è uno dei più intensivi dell’Unione Europea. La maggior parte delle galline ovaiole sono tenute in gabbia e in molti casi le mucche da latte vivono in ambienti chiusi e non vanno mai fuori a pascolare. Anche i maiali italiani sono sovente tenuti in affollati ambienti chiusi, ed è pratica comune tagliare loro i denti e la coda. E’ necessario provvedere urgentemente. E’ urgente che l’Italia abbandoni l’allevamento intensivo. Il dibattito attorno al cibo, a cominciare dalla sua origine, sta prendendo sempre più spazio a livello internazionale, ma il rischio di strumentalizzazioni non va sottovalutato. Che consigli darebbe al consumatore finale che ogni giorno deve scegliere tra una vasta offerta di prodotti? Tutti possiamo contribuire a fare cambiare il sistema agro-alimentare. I prodotti ottenuti da animali con un livello migliore di benessere comportano meno sofferenze per gli animali. Acquistare tali prodotti stimola l’investimento in metodologie a maggiore benessere animale, con minori rischi per gli animali stessi, per le persone e per la Terra. Se mangiamo carne, latticini e uova in quantità minori, ma provenienti da animali allevati in condizioni migliori, riduciamo l’impatto ambientale degli allevamenti e aiutiamo la nostra salute. In genere nell’Occidente mangiamo troppe proteine. I grassi saturi in molti prodotti di carne e latticini nuociono alla salute e possono essere causa di obesità, diabete di tipo 2 e patologie cardiache. Gli allevamenti, poi, incidono per almeno il 14{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} dei gas-serra che produciamo. Ecco un’altra buona ragione per mangiare meno. Inoltre, la produzione della carne e dei latticini impiega enormi quantità di cereali e soia coltivati come mangime e di quella risorsa globale preziosissima e sempre più scarsa qual è l’acqua. Le informazioni sulle etichette dei prodotti alimentari dovrebbero essere semplici, ma spesso non sono chiare, quindi conviene informarsi. Nel campo alimentare, vi sono talmente tanti codici, etichette e norme che a volte è difficile capire il significato di un’etichetta in termine del benessere animale. Noi chiediamo etichette su tutti i prodotti da animali e sugli ingredienti dell’UE e vogliamo che siano semplici e chiare e che indichino la principale caratteristica del relativo sistema produttivo. Così i consumatori disporranno dell’informazione per loro più importante: ‘in quali condizioni è stato allevato questo animale?’ Qual è la sua opinione su EXPO? EXPO è una piattaforma fantastica per diffondere il messaggio di Compassion in World Farming. Ci sono stato recentemente, in occasione della consegna dei nostri premi ad alcune aziende italiane. Mi è piaciuto molto e ho apprezzato il sostegno ricevuto dalla CE. CIWF considera una seria minaccia il Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) [accordo che l’UE si è impegnata a negoziare con gli Stati Uniti su commercio, esportazioni e investimenti], contro il quale negli Usa sono già state raccolte 2 milioni di firme e per il quale il Parlamento europeo ha rinviato la discussione: può spiegarci di cosa si tratta? C’è un’ondata crescente di proteste contro il TTIP. L’iniziativa contiene una serie di elementi preoccupanti e se venisse approvata il nostro accesso a alimenti equi, sostenibili e sicuri potrebbe essere a rischio. In sintesi, le importantissime norme europee riguardo il benessere animale, l’ambiente e la sicurezza degli alimenti sono minacciate da certi interessi che vorrebbero agevolare l’arrivo sul mercato europeo di alimenti prodotti negli USA secondo standard meno esigenti. Ma questa è solo una parte della storia. Uno dei maggiori pericoli di questo accordo è la mancanza di trasparenza con la quale viene negoziato.]]>