In Antartide in costume: ai Poli temperature mai viste prima

5 Apr, 2022 | Focus Mondo

Un fenomeno climatico estremo. La parola a Roberto Mezzalama, autore de Il clima che cambia l’Italia

I Poli nelle scorse settimane hanno registrato temperature che non è eccessivo definire eccezionali, nel senso autentico della parola: “fuori dalla norma”. La foto che vedete qui sopra ritrae il personale della stazione italo-francese Concordia in Antartide (Polo sud), dove, due settimane fa, è stata registrata una temperatura di -12,2° C. Non certo una temperatura tanto calda da giustificare costumi e parei, ma così alta rispetto alla media di stagione di -48,7°C da aver messo in allarme esperti e scienziati. E lo stesso è capitato dall’altra parte del mondo – letteralmente – all’incirca nella stessa finestra temporale. Al Polo Nord sono state registrate temperature insolitamente alte, estreme, anche di 30°C più alte della media.

«L’aumento di fenomeni estremi e apparentemente inspiegabili su vasta scala è un segnale che il cambiamento del sistema climatico sta accelerando» spiega Roberto Mezzalama, ingegnere ambientale e autore del libro Il clima che cambia l’Italia (qui il nostro articolo).

Poli mai così caldi: temperature record nella storia dei continenti

Temperature fuori dalla norma sono state registrate in altri luoghi oltre alla stazione Concordia e al Polo Nord. Tra il 18 e il 20 marzo alla stazione Vostok, nel cuore dell’Altopiano Antartico, uno dei luoghi più freddi in assoluto della Terra, si sono misurati -17,7°C contro una media di -53° e alla stazione Dome C-ii, nel Plateau Antartico, le temperature hanno toccato i -10,2° (di solito sono sui -47,7°).

Sono misurazioni da record? Possono definirsi eccezionali? «Si tratta di valori che sono stati anche di 15 gradi in più rispetto ai dati più alti registrati in precedenza» spiega Mezzalama. «Inoltre, per la prima volta nella storia delle osservazioni meteorologiche, si è assistito al contemporaneo scioglimento del ghiaccio in entrambi i Poli, in un momento nel quale il Polo nord dovrebbe lentamente emergere dall’inverno ed il Polo sud dovrebbe entrare nell’inverno con un rapido crollo delle temperature. Quindi sì, possiamo parlare di eventi eccezionali».


I fenomeni dietro alle eccezionali temperature registrate ai Poli

Da cosa è stato causato questo brusco aumento della temperatura?

«Si è trattato di due fenomeni diversi, e in parte ancora in corso di analisi da parte degli scienziati» prosegue Roberto Mezzalama. «Qualcuno ha parlato di un “fiume” di aria umida che si è insinuato fin dentro l’Antartide. Un sistema di alta pressione proveniente dall’Australia orientale è riuscito a penetrare ben all’interno del continente antartico, dove è entrato in contatto con un sistema di bassa pressione localizzato sulla parte orientale dell’Antartide, portando con sé aria umida e nubi. Nell’Artico, invece, un sistema di alta pressione proveniente dal nord America si è spinto verso nord-est e ha scalzato masse di aria fredda che hanno in effetti abbassato le temperature in Canada e Scandinavia».

Siamo di fronte a un evento meteorologico eccezionale, che è stato accolto con sorpresa e allarme dagli esperti. Su Twitter Stefano Di Battista, giornalista e studioso di climatologia antartica, si è espresso in questi termini: “La climatologia antartica è stata riscritta”. Secondo Michael Mann, direttore dell’Earth System Science Centre at Pennsylvania State University intervistato dal Guardian, “Il riscaldamento di Artico e Antartico è causa di preoccupazione, come anche la crescita di eventi meteorologici estremi – di cui questi episodi sono un esempio”.

«Questo evento combinato, preoccupante e drammatico secondo gli esperti, potrebbe comportare una ulteriore accelerazione dei cambiamenti climatici con potenziali conseguenze irreversibili» conclude Roberto Mezzalama.

C’è un legame tra l’aumento di questi fenomeni e il riscaldamento globale?

A oggi non è ancora possibile tracciare un legame diretto tra le temperature fuori dalla norma registrate ai Poli e il fenomeno del riscaldamento globale.

«È sempre complesso attribuire singoli fenomeni al riscaldamento globale» spiega Mezzalama. «Quello che dobbiamo fare è guardare ai trend, ovvero alla direzione generale dei fenomeni meteorologici, in particolare di quelli estremi. E da questo punto di vista è chiaro che la frequenza e l’intensità dei fenomeni estremi sta aumentando, soprattutto nelle regioni polari, dove la temperatura cresce di 3-5 volte in più rispetto alla media globale».

L’aumento dei fenomeni estremi, in particolare delle ondate di calore anomale, è ormai in corso da tempo. «Ricordo “solo” gli incendi in Siberia, le ondate di calore e gli incendi in Scandinavia, le ondate di calore in British Columbia».

Tutti fenomeni di enorme portata che sono avvenuti negli ultimi cinque anni.  «Peraltro, gli incendi in Scandinavia sono stati anche il fenomeno che ha portato Greta Thunberg a scrivere “la nostra casa è in fiamme”. Molti lo hanno visto come una metafora, ma in realtà era l’osservazione di quello che stava accadendo intorno a lei!»

Quanto ci dobbiamo preoccupare?

Secondo Roberto Mezzalama, che delle conseguenze del riscaldamento globale si è già occupato nel suo libro, episodi come le incredibili temperature recentemente registrate ai Poli ci devono allarmare, e non poco. «L’aumento di fenomeni estremi e apparentemente inspiegabili su vasta scala è un segnale che il cambiamento del sistema climatico sta accelerando, e che forse siamo già entrati in una fase di cambiamento non lineare».

Ma cosa si intende con questa espressione tecnica? «Abitualmente guardiamo al cambiamento climatico come a un fenomeno lineare, con temperature che aumentano in modo graduale. Lo studio del clima del passato, però, ha mostrato che esistono una serie di “punti di rottura“, ovvero delle soglie oltre le quali il sistema climatico diventa instabile e passa molto rapidamente da uno stato ad un altro».

Dopo il punto di rottura…

Un esempio? «Le concentrazioni di CO2 presenti oggi nell’atmosfera sono state raggiunte ad una velocità che non ha precedenti nella storia della Terra. Aumenti di concentrazione simili avvenuti in tempi molto più lunghi, alcune ere geologiche fa, hanno provocato un aumento brusco di temperatura, con lo scioglimento dei ghiacci polari ed aumenti del livello del mare di alcuni metri. L’ultimo rapporto dell’IPCC ha messo in evidenza con grande chiarezza i rischi di questa situazione e ha evidenziato come l’aumento dei fenomeni estremi abbia già portato ad alcuni effetti irreversibili sugli ecosistemi e su alcuni sistemi sociali, spingendoli oltre alla loro capacità di adattarsi».

Micol Burighel

 

La foto di copertina è di Stanislas Grabowsky e Angelo Galeandro ©PNRA/IPEV