Foodmaniacs La salute prima di tutto e il cibo come elisir e terapia oltre che come piacere. É questo il nuovo mantra degli italiani a tavola: il 46{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} pensa infatti che i superfood (spiccano per consumi avocado, zenzero, semi ed olio di lino) siano un modo per trattare e prevenire le malattie. Per un intervistato su tre la loro assunzione è addirittura alternativa alle medicine tradizionali e più di un italiano su 3 si fa dettare la dieta alimentare direttamente dal proprio medico (o dal naturopata) piuttosto che dal produttore o distributore. I “cibi terapeutici” (superfood ma anche dieta sirt: ovvero a base di prodotti che alterano le sirtuine, proteine in grado di attivare gli stessi geni sollecitati dal digiuno, e prodotti assimilabili) valgono oramai il 10{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} dei consumi alimentari e crescono il doppio della media (+5{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} l’ultimo anno, i superfood l’8{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622}). Anche qui per superfood che tendono a scemare nell’attenzione degli italiani, altri di nuovi e ancora più insoliti ne arrivano: attualmente quelli ritenuti più healthy e comunque anche gustosi al palato sono la polvere di maca (il 100{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} ritiene che abbia proprietà salutistiche, i semi di chia (75{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622}), le bacche di acaj (69{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622}) e di goji (68{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622}). Parlando di singoli prodotti alcuni scendono dal podio e precipitano nella classifica dei consumi: kamut su tutti: – 24{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622}. Anche quando si ha a che fare con i prodotti della tradizione la classifica muta: così cede terreno il latte uht (-4,6{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622}) in favore di quello a alta digeribilità (+174,4{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622}) o le uova di galline allevate in batteria (-8,2{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622}) a favore di quelle allevate a terra (+15{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622}). E scorrendo la lista è tutto un surplus di prodotti considerati benefici: crescono gli integrali, i senza glutine, i senza lattosio. Se consideriamo solo il “senza olio di palma”, diventato anche un caso mediatico, il giro d’affari registra un più che promettente +13,5{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622}, mentre siamo arrivati a mangiare la stessa quantità di carni rosse e bianche chiudendo un divario fino ad oggi storico: 19 chilogrammi procapite annui. La spesa alimentare è più alta in Piemonte (548 €/mese/famiglia) Valle d’Aosta (522) e Campania (498). Foodporn Mangiamo di più e quando non mangiamo parliamo e socializiamo il cibo. Sono 227 i milioni di hashtag legati al cibo, 130 quelli legati al food porn. Ma ancora non ci fidiamo del tutto ad acquistare beni alimentari su internet (lo fa solo l’1{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} degli intervistati). Al contrario invece dell’e-commerce legato a viaggi, beni tecnologici e consumer: 35{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} e 23{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} rispettivamente). Siamo anche tra i consumatori più coraggiosi, pronti a sperimentare nuove forme e cucine (42{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622}, il dato più alto dell’Europa mediterranea, secondi solo ai tedeschi con il 47{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} e comunque ben 3 punti percentuali sopra la media mondiale). Più qualità e più quantità Il 2017 è anche l’anno che segna la fine dello “stringere la cinghia”: i consumi tornano a crescere così come la voglia di qualità e sperimentazione. Il 70{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} degli italiani, primi in Europa, dichiara di essere disposto a pagare di più per avere più qualità e il carrello del lusso, forte dei suoi filetti di pesce, funghi, caffè in capsule e vini doc, supera l’8{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} di crescita nel primo semestre dell’anno. Nelle fasi più recenti qualità è poi diventata sinonimo di sicurezza, oltre che di proprietà organolettiche e di gusto. Si spiega così quel 56,4{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} di consumatori che legge in modo quasi maniacale le etichette dei cibi. Previsioni meteo o lista della spesa? La stagionalità non è più solo ricerca ed attenzione per il prodotto più fresco e per i ritmi della natura, ma anche per le condizioni meteo: i cambiamenti climatici impattano sulla composizione degli acquisti per il 51{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622}. Frutta, verdura e pane si impennano nei consumi estivi. FONTE: http://italiani.coop/rapporto-coop-2017-anteprima-digitale/]]>