Il settore della Green Economy è destinato a rappresentare un notevole volano di investimenti per la crescita dell’Italia, anche nel prossimo futuro. I finanziamenti stimati al 2020 per le rinnovabili e per gli interventi di efficienza energetica ammontano a circa 110-130 miliardi di euro. Ad oggi il 23,6{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} delle imprese italiane ha già scommesso sulla sostenibilità e i dati mostrano una curva ascendente, che è iniziata a salire nel 2009 e non accenna a diminuire. Secondo le stime diffuse dal GSE a marzo 2013 (su dati Terna/GSE), nel 2012 gli impianti alimentati con fonti rinnovabili hanno raggiunto una potenza efficiente lorda pari a 47.092 MW e una produzione lorda complessiva di oltre 92.000 GWh (con un incremento di oltre 10.000 GWh rispetto al 2011).
Ora anche il settore bancario sembra iniziare a a fare la sua parte, svolgendo un duplice ruolo: da un lato, soggetti finanziatori di nuovi impianti e della relativa filiera di produzione; dall’altro, soggetti utilizzatori di energia, impegnati a garantire la continuità dei servizi offerti.
Un’indagine condotta dall’Osservatorio Rinnovabili – coordinato da ABI e ABI Energia – i cui risultati sono inseriti nel rapporto “Le Banche e la Green Economy”, mostra che nel periodo 2007- 2012 le principali banche operanti in tale comparto hanno assunto impegni di finanziamento per circa 25 miliardi di euro, di cui oltre 12 miliardi di euro negli ultimi due anni.
Investire in tecnologie e prodotti “verdi” non vuol dire solo diventare più sostenibili, significa anche fare innovazione: il 37,9{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} delle aziende che fa investimenti green introduce innovazioni di prodotto o di servizio, contro il 18,3{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} delle imprese che non investono nell’ambiente. Questo si traduce in flussi maggiori di export: il 37,4{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} delle imprese green vanta presenze sui mercati esteri, contro il 22,2{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} delle altre.
Quella della sostenibilità, insomma, sembra essere la strada giusta.