Matthew Yeomans Come si fa ad interessare la gente a iniziative a favore del clima, quando il problema sembra lontano dalla realtà quotidiana? Questo è il dilemma che affligge governi, attivisti, imprese e media da anni. Ogni tanto, qualche campagna sul cambiamento climatico richiama l’attenzione – il best-seller di Naomi Klein “This Changes Everything“, ad esempio, o il progetto Climate Reality di Al Gore. Troppo spesso, però, la scienza del clima non riesce a stimolare l’interesse delle persone. Ecco perché il 2015 Climathon, una maratona di 24 ore focalizzata sul cambiamento climatico, è stata così entusiasmante. L’evento, che si è svolto nel giugno del 2015, si è appena aggiudicato il Guardian Sustainable Business Awards 2016. I promotori, Climate-KIC, una comunità di conoscenza e innovazione finanziata dall’UE, hanno invitato le città a identificare e realizzare soluzioni locali per i problemi di cambiamento climatico urbano. La risposta è stata incoraggiante, con l’adesione di oltre 1000 gruppi provenienti da 20 città. Le idee che sono emerse dalle 24 ore del “climathon” andavano dalla promozione del ciclismo a Copenaghen a partnership pubblico-private per ridurre i rifiuti alimentari a Washington DC. I gruppi hanno postato sui social più di 5.000 aggiornamenti sulle proprie attività, con il risultato che il Climathon è diventato un trend su Twitter – e Climate-KIC ha creato una parete digitale dedicata per allargare la conversazione verso il pubblico esterno e verso il proprio personale. E’ stato un classico esempio di come i social media possono generare un interesse diffuso, con risorse minime. Grazie al Climathon, i partecipanti sono riusciti a stabilire collegamenti con le autorità pubbliche e con la business community delle proprie città, in grado di trasformare le idee in realtà. Fonte: https://www.theguardian.com/sustainable-business/2016/may/27/copenhagen-washington-climate-hack-cities-sustainable-cycling-food-waste]]>