La sostenibilità in Italia raccontata dal rapporto ASviS 2022
Presentato all’apertura del Festival dello Sviluppo Sostenibile, il rapporto ASviS 2022 ridimensiona i risultati italiani ottenuti dal 2010 al 2021 segnalando i peggioramenti riscontrati nell’ultimo biennio.
Raggiungere gli obiettivi stabiliti dall’ONU per lo sviluppo sostenibile rappresenta una delle principali sfide del nostro tempo. Questo traguardo, nonostante alcuni successi nello scorso decennio, si sta allontanando a causa della crisi del multilateralismo, della guerra in Ucraina, della crisi pandemica non ancora conclusa e dell’acuirsi di quella climatica. Il Rapporto ASviS analizza annualmente l’andamento ESG globale ed europeo e approfondisce il caso italiano, indicando per ognuno dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 a che punto si è.
Gli highlights italiani dal 2010 al 2021
Secondo la ricerca, il 2022 sta manifestando segnali in controtendenza rispetto al trend positivo dell’ultimo decennio per la quasi totalità dei Paesi mondiali, tra cui l’Italia. Eppure, tra il 2010 e il 2021, il nostro Paese aveva mostrato miglioramenti in 8 dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per quanto riguardava l’agricoltura, la salute, l’educazione, l’uguaglianza di genere, l’energia pulita, l’innovazione, il consumo responsabile e la lotta al cambiamento climatico.
Per i restanti Sustainable Development Goals (SDGs) si evidenziava una situazione sostanzialmente immutata per 4 obiettivi: lavoro dignitoso e crescita economica, lotta alle disuguaglianze, comunità sostenibili e tutela degli ecosistemi marini. E decisamente peggiorata per gli ultimi 5: lotta alla povertà, gestione idrica, vita sulla Terra, partnership globali e pace, giustizia e istituzioni solide.
Rapporto ASviS 2022, la battuta d’arresto dell’ultimo biennio
Questi valori sono progressivamente peggiorati dal 2020. 10 obiettivi su 17 nel 2021 hanno mostrato andamenti peggiori rispetto a quelli del 2019, soprattutto dal punto di vista ambientale. Dei restanti sette, due sono migliorati (Goal 7 e 8), due sono rimasti stabili (Goal 2 e 13) e tre non hanno potuto essere aggiornati rispetto al 2020 (Goal 11, 12 e 14). Un’analisi che conferma come l’Italia non abbia ancora superato gli effetti negativi causati dal Covid-19.
Le aspettative alla vigilia del nuovo anno erano alte e si sperava in una riscossa globale, considerando il poco tempo rimasto al 2030. In Italia il 2022 è iniziato con un notevole successo grazie alla riforma degli articoli 9 e 41 che ha introdotto il principio dello sviluppo sostenibile nella Costituzione a vantaggio delle generazioni future. Tuttavia, lo scoppio della guerra in Ucraina ha minato la debole ripartenza globale. Il rapporto ASviS si sofferma sull’impatto che questo evento, insieme ad altri avvenuti nel 2022, sta generando sullo sviluppo ambientale, economico e socio-politico in Italia.
Dalla sostenibilità ambientale a quella economica…
Guardando agli 11 obiettivi ambientali, solo uno risulta in via di realizzazione entro il 2030 in Italia, ossia destinare almeno il 25% delle aree agricole alle colture biologiche. Per sette si registra una crescita inadeguata per soddisfare gli impegni presi nei prossimi otto anni per ridurre l’inquinamento e aumentare la produzione di energia rinnovabile e per tre, relativi al trasporto pubblico, efficienza idrica e uso dei fertilizzanti, si segnala un netto peggioramento rispetto al 2021.
Per ciò che riguarda la dimensione economica, monitorata da 6 obiettivi, due mostrano un netto progresso per lo sviluppo dell’economia circolare (soprattutto nel riciclo dei rifiuti dove siamo i primi a livello europeo) e per l’accesso alla rete Gigabit. Altri due – aumento dei fondi per la ricerca e riduzione quota neet – non sono aumentati adeguatamente e gli ultimi due, che riguardano il trasporto ferroviario e il tasso d’occupazione al 78%, sono peggiorati nell’ultimo anno.
… passando per quella sociale e istituzionale del nostro Paese
Per i 10 obiettivi sociali, tre presentano un progresso significativo per quanto riguarda l’istruzione primaria interculturale, la lotta contro l’abbandono scolastico e il calo delle persone a rischio povertà, uno è stabile. Tre sono insufficienti e spaziano dal gap occupazionale al tasso di decesso per incidenti stradali toccando anche la parità di genere in certi settori. Gli ultimi tre sono peggiorati e riguardano l’alfabetizzazione scientifica, l’uguaglianza nel reddito e il tasso di laureati under 35.
Infine, la dimensione politico-istituzionale, monitorata da 3 obiettivi, presenta una situazione stabile che dovrà essere rivalutata in base alle attività del prossimo Governo. Al momento si segnala un discreto successo nel diminuire il sovraffollamento delle carceri e due progressi limitati per ridurre del 40% la durata dei processi civili e per aumentare i fondi destinati allo sviluppo.
Cosa possiamo fare per invertire il trend?
A questo punto sorge spontanea una domanda: come si può migliorare il rapporto del prossimo anno? Sperare che gli obiettivi dell’Agenda 2030 si possano raggiungere solo risolvendo gli attuali problemi internazionali è riduttivo. Ognuno di noi può contribuire a migliorare i 169 target dell’Agenda 2030 approcciando in maniera responsabile la propria quotidianità e aiutando gli altri in questo percorso che unisce sensibilizzazione e consapevolezza ambientale, economica e sociale.
Il lavoro da fare sotto questo punto di vista è ancora lungo, come indicato dal recente sondaggio ASviS-Ipsos. Da un lato la quasi totalità degli italiani (95%) conosce il concetto di sostenibilità ed è favorevole alla transizione ecologica. Dall’altro lato, e guardando alla parte concreta della faccenda, solo il 43% degli intervistati ha sentito parlare dell’Agenda 2030 e il 13% unisce alla sostenibilità ambientale ed economica quella sociale. Migliorare queste ultime due percentuali – coinvolgendo anche le realtà imprenditoriali e istituzionali – rappresenta la prima sfida per garantire un futuro migliore, sperando che il difficile contesto globale possa sistemarsi il più velocemente possibile.