Il voto del marzo 2017, a larga maggioranza da parte del Parlamento europeo, apre infatti la strada verso una politica comunitaria finalmente in grado di trasformare l’emergenza rifiuti in una grande opportunità economica ed occupazionale. I target di riciclaggio al 2030 vengono innalzati al 70{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} per i rifiuti solidi urbani ed all’80{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} per gli imballaggi. Il raggiungimento di questi obiettivi consentirebbe – secondo la valutazione della stessa Commissione Europea – di creare 580 mila posti di lavoro, con un risparmio annuo di 72 miliardi di euro per le imprese europee grazie ad un uso più efficiente delle risorse e quindi ad una riduzione delle importazioni di materie prime. I posti di lavoro inoltre potrebbero crescere fino a 867-mila se, all’obiettivo del 70{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} di riciclaggio, si accompagnassero a livello europeo e nazionale, anche misure ambiziose per il riuso, in particolare nell’arredamento e nel settore tessile. In Italia si potrebbero creare almeno 190-mila nuovi posti di lavoro, al netto dei posti persi a causa del superamento dell’attuale sistema produttivo. Opportunità che non possono essere sprecate. Nel dettaglio, il rapporto presentato da Legambiente il 24 aprile scorso a Bruxelles, racconta le esperienze dei campioni dell’economia circolare italiana. Le loro esperienze e specializzazioni sono contenute nell’atlante dei campioni dell’economia circolare. Sono 107 in tutto e rappresentano Comuni, aziende, cooperative, start-up, associazioni e realtà territoriali che operano a scala regionale o locale (41{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622}), nazionale (il 33{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622}) o a livello internazionale (24{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622}), veri e propri ambasciatori della #circulareconomy made in Italy nel mondo. Il 65{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} contribuisce all’economia circolare riducendo l’utilizzo di materie prime vergini, il 53{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} previene la produzione di rifiuti e il 48{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} risparmia risorse (acqua, energia e materie prime) nella sua attività. Il 43{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} produce materie prime seconde, il 34{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} le utilizza. Il 38{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} ricicla rifiuti in altri cicli produttivi, e il 26{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} nello stesso. Il 36{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} svolge attività di riuso e riutilizzo dei prodotti, evitando che diventino rifiuti. Infine, rispetto ad ambiti più specifici, il 14{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} dei campioni lavora sullo spreco alimentare, il 13{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} produce biometano da scarti agricoli/zootecnici o da FORSU e infine l’8{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} mette lo sharing come obiettivo prioritario del suo essere circolare.]]>