Grado Zero Espace, start up di Montelupo Fiorentino, ricerca e sviluppa nuovi materiali applicabili ai settori industriali più disparati. Per questo un giorno ha avuto la “folle” idea di creare un materiale che desse le stesse sensazioni tattili di una morbidissima pelle scamosciata, ma che non fosse costato la vita ad un animale. Da dove è venuta l’idea di sviluppare un materiale tessile dalla cuticola dei funghi? «Principalmente è stata stimolata dal fatto che abbiamo avvertito la crescente domanda di prodotti eco sostenibili ed alternativi alla produzione di massa che coinvolge animali rari (come ad esempio alcuni rettili, rospi e rane). Una volta focalizzato l’obiettivo abbiamo fatto una ricerca mirata su piccole realtà disponibili a fornirci un prodotto con le caratteristiche di ecosostenibilità e, soprattutto, non di derivazione animale o da petrolio». Nello specifico quale specie di fungo si è rivelata la più adatta? «Il fungo usato è una specie gigante, parassita, chiamato Phellinus ellipsoideus (precedentemente Fomitiporia ellipsoidea) della famiglia delle Hymenochaetaceae, che cresce in natura allo stato selvatico. Cresce sulle cortecce degli alberi ed inizialmente veniva semplicemente eliminato. Successivamente è diventato una risorsa locale». Quali applicazioni prevedete per Muskin? «Le applicazioni sono virtualmente infinite, dipendono solamente dalla fantasia e dall’esperienza degli artigiani e dei produttori. Ad oggi viene, ed è stato, usato per la fabbricazione di borse, scarpe, gioielli, braccialetti, arredamento e altri prodotti». Ci sono case produttrici interessate ad utilizzare questo vostro materiale? «Abbiamo avuto ed attualmente abbiamo in corso collaborazioni con famosi marchi sia nell’ambito calzaturiero che degli orologi. Purtroppo tali accordi sono coperti da accordi di riservatezza per cui non possono rivelarle i nomi. Le posso assicurare comunque che sono marchi internazionali molto conosciuti». È già in commercio? E se sì che tipo di messaggio si accompagna al prodotto? «Noi abbiamo il prodotto già in vendita, nella sua forma grezza, sul nostro store on-line lifematerials.eu da circa un anno. Il messaggio che vorremmo accompagnasse MuSkin, oltre alla sua indubbia e connaturata valenza di eco-sostenibilità, non è tanto quello di una sua proposta come alternativa definitiva e totale all’uso delle pelli animali, alternativa che non potrà mai ricoprire considerati i non comparabili livelli di produzione dei due materiali, quanto piuttosto quello di una sorta di idea provocatoria che dimostri la possibilità di trovare fattibili e valide alternative allo sfruttamento indiscriminato delle risorse del nostro pianeta. Vorremmo che fosse un piccolo germinale contributo alla creazione di una mentalità a dimensione più profondamente umana e naturale». Qualche cenno tecnico sul materiale: come viene prodotto? È un processo costoso? Quanto materiale biologico di partenza per arrivare, ad esempio ad un sottosuola o ad un cinturino? «Il materiale viene prodotto letteralmente affettando la cuticola del fungo ed in seguito trattando i pezzi così ricavati con vapore acqueo e successiva essiccatura. Il materiale presenta una notevole presenza di penicilline che contribuiscono a repellere gli attacchi di batteri e germi e aiutano la conciatura naturale. Il resto della procedura è comunque coperto da segreto, ma posso dirle che non vengono utilizzate altre sostanze se non l’acqua. Non vi è alcuno scarto di materiale, se non in piccolissima percentuale, proprio come si fa con il sughero, ad esempio. Il processo è quindi molto sostenibile ed economico». La capacità produttiva di MuSkin è, in questo momento, di 40-50 metri quadri al mese. Questo significa ovviamente che la destinazione d’uso tipica di MusKin è per prodotti in edizione speciale o di lusso. (foto tratta dal sito www.gradozero.eu)]]>