Preoccupati ma (troppo) ottimisti: ecco i risultati dell’ultima ricerca Epson sul clima
Come viene percepita oggi la crisi climatica dalle persone? A questa domanda cerca di rispondere l’ultima ricerca Epson, anticipando alcune delle tematiche che saranno protagoniste in questi giorni durante la COP27 di Sharm El Sheik.
Il cambiamento climatico è ormai un argomento che siamo abituati a sentire quotidianamente. Ma come viene avvertita questa crisi? È considerata una priorità mondiale? La seconda ricerca “Climate Reality Barometer” di Epson – condotta in 28 Paesi intervistando 26.205 persone – evidenzia che le persone stanno intensificando i propri sforzi per contrastare l’emergenza ambientale. Tuttavia non mancano le differenze geografiche e generazionali nei comportamenti individuali: la strada per definire un cambiamento strutturato e globalmente condiviso è ancora lunga.
La prospettiva territoriale: troppo ottimista e diversificata
L’edizione del 2022 conferma alcuni andamenti della ricerca precedente. I dati mostrano non solo che alle buone intenzioni non corrispondono talvolta adeguate azioni a favore dell’ambiente ma che persiste anche un eccessivo ottimismo globale quando si parla di cambiamento climatico. Prima della COP26 il 46% degli intervistati era convinto di evitare la catastrofe climatica durante la propria vita; oggi quella percentuale ha oltrepassato il 48% senza nessuna reale giustificazione.
Questo livello di ottimismo è diverso a seconda delle aree esaminate. I Paesi Occidentali si mostrano più pessimisti in quanto presentano percentuali inferiori rispetto alla media mondiale del 48%: USA (39,4%), Canada (36,6%), Regno Unito (28,4%), Italia (25,2%), Germania (23,8%), Francia (22,5%) e Giappone (10,4%). Le economie emergenti e in rapida crescita invece registrano livelli di ottimismo sul clima nettamente superiori alla media globale: Cina (76,2%), Filippine (71,9%), India (78,3%), Indonesia (62,6%), Kenya (76%) e Messico (66%).
La prospettiva generazionale: bene gli over 55 e gli under 25
Il cambiamento climatico viene ancora percepito come una seria minaccia da tutte le fasce della popolazione e le complesse dinamiche geopolitiche ed economiche non hanno ancora intaccato questa convinzione. In cima alla lista delle priorità degli intervistati si trova la crisi economica (22%) seguita dall’l’aumento dei prezzi (21%) ma il cambiamento climatico si colloca al terzo posto (20%), con uno scarto minimo rispetto alle altre due voci. Gli eventi di quest’anno hanno probabilmente influenzato gli intervistati di tutto il mondo considerando che il 2022 è stato il sesto anno più caldo mai registrato, con valori anomali specialmente in Europa e in Cina.
I risultati dalla ricerca evidenziano poi alcune differenze generazionali. Con valori inaspettati per certi versi. Le fasce più anziane e più giovani sono quelle maggiormente preoccupate: gli over 55 sono gli unici che citano questo ambito come problema mondiale più urgente (22,2%) seguiti dagli under 25 che lo collocano in seconda posizione (19,3%). L’ultimo gruppo, ossia quello delle persone comprese tra i 25 e i 55 anni, lo colloca al terzo posto. In ogni caso, questo problema risulta prioritario per tutti gli individui intervistati.
La ricerca Epson al Salone della CSR
I risultati raccolti dall’analisi sono stati recentemente presentati al pubblico in occasione del Salone della CSR tenutosi all’Università Bocconi di Milano. Luca Cassani, Corporate Sustainability Manager di Epson Italia, ha illustrato alcuni elementi trattati nella ricerca spiegando come favorire un sistema socioeconomico responsabile. La ricerca e la divulgazione sono fattori decisivi per diffondere la cultura della sostenibilità su vasta scala coinvolgendo persone e imprese nel processo ecologico. Un processo che prenderà sempre più piede nei prossimi anni: chi non saprà adeguarsi al cambiamento rimarrà escluso.