REPowerEU, il piano europeo per una energia sicura, accessibile e sostenibile

20 Giu, 2022 | Focus Mondo

Spinta dalla crisi internazionale, l’Ue accelera sulla strada per la transizione energetica con un pacchetto di misure da 300 miliardi di euro da implementare da qui al 2027.

Negli ultimi mesi l’Unione Europea si è trovata a dover gestire le conseguenze del conflitto in Ucraina non solo dal punto di vista delle relazioni internazionali – diplomatiche e non – ma soprattutto in relazione alla difficoltà di approvvigionamento di materie prime ed energia e alla conseguente impennata dei prezzi che, a cascata, ha interessato imprese e utenti finali. Una situazione di crisi che ha reso evidente la necessità di un ripensamento della strategia energetica comunitaria. Nasce in questo contesto REPowerEU, il pacchetto di misure approvato a maggio per accelerare la transizione energetica dei Paesi europei. Con un duplice obiettivo: liberarli dalla dipendenza dalle fonti fossili russe e contrastare la crisi climatica. I cardini su cui poggia questo nuovo piano energetico sono rinnovabili, efficienza e diversificazione delle forniture.

300 miliardi euro per finanziare la transizione energetica di REPowerEU 

L’obiettivo è rendere l’Unione Europea del tutto indipendente dai combustibili fossili della Russia entro il 2027, abbattendo le importazioni di gas da Mosca già di due terzi entro la fine del 2022. Per farlo, saranno necessari circa 300 miliardi di euro in investimenti aggiuntivi, 225 come prestiti e 75 come sovvenzioni. Gran parte di REPowerEU sarà quindi finanziato dai fondi rimanenti del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF). Secondo quanto dichiarato dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, il 95% di questi investimenti finanzierà la transizione energetica e le rinnovabili. Solo il restante 5% andrà a coprire i costi per realizzare nuove infrastrutture per il gas.

Velocizzare la transizione

L’Unione Europea è da tempo attiva sui temi della transizione ecologica ed energetica. Si pensi ad esempio al recente pacchetto Fit for 55, che, tra le varie misure per abbattere del 55% le emissioni entro il 2030, ha stabilito l’obiettivo del 40% di rinnovabili rispetto al mix energetico.

Non possiamo però più aspettare il 2030: le difficoltà e le perturbazioni del mercato energetico seguite al conflitto russo in Ucraina hanno reso evidente l’urgenza del cambiamento. Una urgenza condivisa dalla maggior parte dei cittadini dell’UE: l’85% infatti ritiene che la dipendenza energetica relativa ai combustibili fossili russi debba interrompersi il prima possibile. E questo risultato si può raggiungere solo agendo a livello di Unione.

“Le misure del piano REPowerEU – si legge nel comunicato diffuso dalla Commissione Europea – possono rispondere a questa ambizione, attraverso il risparmio energetico, la diversificazione dell’approvvigionamento energetico e l’introduzione accelerata delle energie rinnovabili per sostituire i combustibili fossili nelle abitazioni, nell’industria e nella produzione di energia”.

Cosa prevede RepowerEU

Sono tre le direttrici su cui si muove il piano REPowerEU: risparmiare energia, produrne di pulita, diversificare l’approvvigionamento energetico dei Paesi europei.

Primo passo: risparmiare

Efficientare i consumi, risparmiando e diminuendo la domanda energetica, è “il modo più rapido ed economico per affrontare l’attuale crisi energetica e ridurre le bollette”, scrive la Commissione. Tra le misure a medio termine più importanti, l’aumento dei target di efficienza energetica dal 9% al 13% con un emendamento della direttiva EED – dedicata all’efficienza energetica – nell’ambito del pacchetto Fit for 55. A stretto giro, invece, l’Unione Europea ha previsto un’azione di comunicazione e sensibilizzazione sul risparmio energetico che prenderà forma attraverso la diffusione di raccomandazioni alle imprese e ai cittadini rispetto a buoni comportamenti che potrebbero aiutare a tagliare il 5% della dipendenza europea da gas e petrolio russi. Consigli come tenere i riscaldamenti più bassi, spegnere la luce, ridurre i limiti di velocità in autostrada, usare gli elettrodomestici in modo più efficiente

Secondo passo: diversificare

L’Unione sta già collaborando con partner internazionali per trovare forniture energetiche alternative e, soprattutto, più affidabili. Nel breve termine servono forniture alternative di gas, petrolio e carbone, mentre in futuro occorrerà anche idrogeno rinnovabile. Lo strumento chiave per la diversificazione delle forniture sarà la EU Energy Platform, una piattaforma che permetterà di mettere in comune la domanda, negoziare con i partner internazionale, gestire l’uso delle infrastrutture di importazioni, stoccaggio e  trasporto e portare a termine di gas, Gnl (gas naturale liquefatto) e idrogeno. Il passo successivo sarà – come successo con i vaccini – lo sviluppo di un “meccanismo di acquisto congiunto” che negozierà e contrarrà gli acquisti di gas per conto degli Stati membri partecipanti.

Terzo passo: energia pulita e rinnovabili

Moltissime delle misure contenute in RePowerEU sono rivolte allo sviluppo delle rinnovabili. Non solo le rinnovabili forniscono energia pulita ed economica, ma possono essere prodotte internamente, riducendo la mole delle importazioni. L’ambizione maggiore è sicuramente quella di alzare l’asticella rispetto a quanto previsto da Fit for 55, alzando il target per le rinnovabili dal 40 al 45% al 2030.  

Tra le principali misure per arrivare a questo risultato:

  • la rapida realizzazione di progetti nel settore dell’energia solare ed eolica unita alla diffusione dell’idrogeno rinnovabile per ridurre di circa 50 miliardi di metri cubi le importazioni di gas.
  • L’aumento della produzione di biometano per ridurre di 17 miliardi di metri cubi le importazioni di gas.
  • Raddoppiare la capacità fotovoltaica europea entro il 2025 e installare 600 nuovi GW entro fine decennio.
  • L’obbligo di installare pannelli solari su nuovi edifici pubblici e commerciali e residenziali.
  • Raddoppiare il tasso di diffusione delle pompe di calore e misure per integrare l’energia geotermica e solare termica nei sistemi di teleriscaldamento e impianti comunali ammodernati.

Semplificare le procedure

A contorno di queste misure, la Commissione si attiverà anche attraverso una raccomandazione agli Stati membri per “contrastare le autorizzazioni lente e complesse ai grandi progetti rinnovabili” e attraverso “un emendamento mirato alla direttiva sulle energie rinnovabili per riconoscere l’energia rinnovabile come un interesse pubblico prioritario”. Per facilitare la transizione verso l’energia pulita, i Paesi europei saranno tenuti a stilare una sorta di PiTESAI (Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee) dedicato alle rinnovabili, segnalando le aree di riferimento per le energie rinnovabili con procedure di autorizzazione abbreviate e semplificate in aree con rischi ambientali inferiori.

Una soluzione che – si spera – semplificherà l’iter di approvazione e realizzazione di questo tipo di infrastrutture, nel nostro Paese ancora troppo spesso soggetto a stop, ambiguità e fatiche burocratiche.

Micol Burighel