Debbi McCullough

E’ probabile che gli azionisti di Allergan, un’azienda californiana attiva nel settore farmaceutico, abbiano festeggiato quando l’impresa ha conquistato a giugno il primo posto nella Classifica Verde Newsweek delle prime 500 società quotate negli Usa. Newsweek e il partner, Corporate Knights Capital, hanno lodato la strategia ambientale ventennale di Allergan, e le sue recenti iniziative innovative per la gestione dei rifiuti e dell’efficienza energetica.
Secondo i blogger verdi, invece, la vittoria Allergan è un segnale che forse la classifica Newsweek, seguita con grande attenzione dal debutto nel 2009, non ha più grande rilevanza per chi si interessa veramente alla sostenibilità. Perché? Allergan produce Botox, la forma cosmetica della tossina botulinum, oltre ad altri prodotti cosmetici come Latisse, una soluzione per ingrandire le ciglia, e gli impianti di silicone Natrelle per il seno.

Va bene l’efficienza energetica, ma che cosa significa la sostenibilità dal momento che l’impresa più verde degli Usa promuove ideali di bellezza femminile verosimilmente pericolosi?

Le credenziali di altre sedicenti classifiche verdi sono alquanto discutibili. Ad esempio, l’inclusione di Apple nella Top 30 Tech and Power List 2014 dei maggiori utenti di energia verde, un elenco stilato dall’EPA Green Power Partnership, è alquanto problematica, dal momento che diversi sindacati hanno criticato Apple per i turni di lavoro straordinario a cui costringe i suoi dipendenti e le pessime condizioni lavorative negli stabilimenti del Foxconn Technology Group. E’ difficile premiare un’azienda che riduce le emissioni CO2, mentre sfrutta i lavoratori più vulnerabili.

Definire la sostenibilità

Il problema di fondo è che sebbene tutti si interessano alle varie classifiche delle migliori imprese, le tabelle spesso non considerano i parametri sociali che offrono un quadro più completo degli impatti sociali delle imprese. La ragione è forse legata al fatto che, rispetto ai parametri ambientali, quantificare le misure sociali in modo obiettivo è molto più difficile.

Secondo Simon MacMahon, responsabile globale dei servizi di consulenza di Sustainalytics, molti committenti non dedicano sufficiente tempo e sforzo per ottenere risultati dettagliati. “Per essere credibili, le classifiche richiedono una metodologia rigorosa, un processo di ricerca collaudata che comprenda il dialogo, e una squadra di analisti esperti. Non vi sono scorciatoie e quindi il numero di classifiche di sostenibilità credibili è piuttosto limitato”.

A prescindere dall’utilità o meno delle classifiche verdi come indicatori di veri progressi, è evidente che i contrasti su queste graduatorie riguardano il concetto nebuloso della sostenibilità. MacMahon osserva che la sostenibilità aziendale (rispetto a quella governativa o personale) ha un significato diverso in aziende diverse e tra gruppi diversi di stakeholder. “Non esiste una sola definizione”, dice.

In un articolo pubblicato l’anno scorso su PV magazine, Roger Ballentine, presidente di Green Strategies, un’agenzia di consulenza nel campo dell’ambiente e dell’energia, ha sottolineato l’importanza di non confondere la sostenibilità – che comprende anche la trasparenza, la corporate governance e la responsabilità sociale – con la protezione dell’ambiente. “La sostenibilità è un parametro di business, è come confrontare i rapporti prezzi-utili; stiamo andando verso un insieme standard di misure della sostenibilità.”

Perché la sostenibilità sia una misura universalmente applicabile, tutte le imprese vanno giudicate allo stesso modo, aggiunge Ballentine. “Dovremmo essere molto coerenti nelle valutazioni delle imprese in termini di sostenibilità, indipendentemente dal settore in cui operano”.

Quello che conta davvero

Carol Hee, responsabile del Centro per l’impresa sostenibile all’Università di Chapel Hill del Nord Carolina, sostiene che se definiamo la sostenibilità come il “triplo bottom line” – misurando le performance di business in termini degli effetti sulle persone, sul pianeta e sugli utili – i manager e gli stakeholder hanno una lente privilegiata per la valutazione della sostenibilità.

Per determinare la sostenibilità di un’impresa, Hee cerca informazioni sul vertice, sulla corporate governance e sulla cultura aziendale. “Vorrei anche sapere se l’impresa è socialmente responsabile. Come si comporta con i dipendenti, i pensionati e le persone che cercano lavoro. Adopera pratiche non discriminatorie, offre una remunerazione equa, condizioni lavorative sicure e benefici come i permessi retribuiti?

Secondo Hee, la responsabilità sociale va oltre i cancelli dell’impresa e riguarda anche le interazioni con i lavoratori all’estero e con la comunità locale. Ad esempio, Apple e Nike, in cima a diverse classifiche green negli ultimi anni, hanno avuto difficoltà ad allineare i temi sociali con le iniziative ambientali. Quando China Labor Watch ha trovato condizioni da “campo di lavoro forzato” allo stabilimento di montaggio Apple Foxconn a Chengdu in Cina, nel 2011, Apple ha spostato le attività di montaggio in un altro stabilimento cinese, Pegatron, dove China Labor Watch ha trovato nuovi episodi di sfruttamento nel 2013. Eppure Apple è stata inclusa nell’elenco EPA delle imprese tecnologiche più verdi quello stesso anno. Nel 2012, Education for Justice, una Ong cattolica, ha denunciato un’importante fabbrica di scarpe Nike che costringeva i dipendenti a lavorare gli straordinari senza paga e senza benefici, e dove i lavoratori erano oggetto di abusi verbali da parte dei capi. Lo stesso anno, Nike è stata classificata al primo posto nell’elenco Climate Counts per la riduzione delle emissioni.

Secondo Hee, l’ultimo elemento da considerare per misurare la sostenibilità aziendale è ciò che l’impresa fa per minimizzare gli impatti negativi sull’intero ciclo di vita dei propri prodotti, tra cui l’approvvigionamento di materie prime, la lavorazione dei materiali, la fabbricazione e il confezionamento dei prodotti, i trasporti, la distribuzione, l’uso da parte dei consumatori e i rifiuti.

Le Green Rankings di Newsweek fanno sorgere la domanda se tali classifiche portano più vantaggi o svantaggi. Gestite male, contribuiscono al greenwashing generale dell’industria, spingendo le imprese a mirare a parametri fasulli che distolgono l’attenzione dalla vera corporate responsibility. Gestite bene, possono offrire una motivazione competitiva ad iniziative socialmente responsabili. Vedremo l’anno prossimo in quale direzione stiamo andando.

 

Fonte: http://www.theguardian.com/sustainable-business/2014/jul/21/botox-apple-nike-green-ranking-environmental-worker-exploitation-social-impact