Steven Cohen
Executive Director, Earth Institute, Columbia University
Se vogliamo realizzare la transizione verso un’economia basata su risorse rinnovabili, dobbiamo misurare meglio la sostenibilità delle nostre imprese, città e nazioni. In un ottimo articolo pubblicato nel 2002 dal titolo “Using Sustainability Metrics to Guide Decision Making” Jeanette Schwarz, Beth Beloff e Earl Beaver proposero un modello per lo sviluppo di misure della sostenibilità nelle imprese. Gli autori identificarono “cinque indicatori di base della sostenibilità“:
- l’intensità materiale
- l’intensità energetica
- il consumo dell’acqua
- le emissioni nocive
- le emissioni di sostanze inquinanti
L’articolo definì e spiegò in dettaglio tali indicatori. Da allora molte organizzazioni hanno iniziato a sviluppare e implementare una gamma ancora più estesa di misure della sostenibilità. Il colosso Walmart richiede ai fornitori di misurare e pubblicare le performance nella sostenibilità prima di acquistare i loro prodotti. Molte imprese misurano e rendicontano la propria sostenibilità in annual report destinati agli azionisti. Sono tutti passi importanti per far sì che la sostenibilità diventi parte dei normali processi decisionali. Come disse Peter Drucker, “se non la si può misurare, non la si può gestire“. Senza la misurazione, non è possibile sapere se le scelte gestionali stanno portando miglioramenti.
Dunque, lo sviluppo di questi indicatori per le organizzazioni è di importanza critica, e deve continuare; ma è arrivato il momento di avviare un processo per stabilire una serie di indicatori di uso universale per misurare la sostenibilità delle organizzazioni. Abbiamo bisogno di un’insieme riconosciuto di definizioni e di indicatori per misurare la sostenibilità. Servono anche revisori indipendenti che verifichino la bontà dei numeri. I numeri non servono a nulla se non sono verificati.
Nello stesso modo in cui ormai abbiamo principi contabili standardizzati e definizioni condivise degli indicatori finanziari, è necessario applicare la stessa logica a queste misure più concrete e fisiche delle prestazioni delle imprese: una metrica per la sostenibilità. Idealmente tali misure farebbero parte degli indici delle prestazioni complessive delle imprese nel settore
privato, tanto importanti quanto la quota di mercato, la redditività del capitale (return on equity) e l’utile netto. Nei settori pubblico e di non lucro gli indicatori delle performance complessive sarebbero diversi, ma non meno importanti. Le misure della sostenibilità andrebbero pubblicate assieme ai dati sulla riduzione del crimine, il numero di laureati, i risultati delle terapie mediche, i tempi di risposta dei servizi di pronto intervento e altri indicatori delle performance del settore pubblico. Andrebbero integrate con le normali misure dei processi organizzativi e degli output, come la produttività/efficienza del lavoro, il valore dei prodotti e dei servizi forniti, l’occupazione, la rotazione del personale, ecc. In ultima analisi, queste dimensioni fisiche della sostenibilità vanno definite come un elemento critico ma di routine, della gestione dell’impresa. Nel prossimo futuro, un’azienda che non viene gestita con l’obiettivo di massimizzare le proprie prestazioni nella sostenibilità andrebbe considerata mal gestita, simile a un’impresa privata che non riesce a produrre utili o a un dipartimento di polizia con un tasso di criminalità in aumento. Tra poco, tutti i bravi manager dovranno essere manager della sostenibilità.
Per contribuire allo sviluppo di una metrica della sostenibilità ho istituito, recentemente, un nuovo programma di ricerca sulla Sustainability Policy and Management all’Earth Institute della Columbia University. Il punto di partenza della nostra ricerca è il tentativo di fare un inventario. Stiamo creando una database su tutte le misure della sostenibilità che riusciamo a trovare. Cercheremo poi di caratterizzare questi indicatori. In seguito, analizzeremo gli indicatori comuni per identificare quelli della sostenibilità più utilizzati. La nostra analisi poi costituirà la piattaforma per un dialogo su una metrica della sostenibilità standardizzata.
Un altro elemento del progetto si occuperà dello sviluppo di indicatori della sostenibilità locale, statale e nazionale. Un esempio di una misura della sostenibilità nazionale è lo sforzo del Dipartimento del Lavoro per misurare e pubblicare dati sui posti di lavoro verdi. Il progetto, importantissimo, fu sospeso questa primavera da Obama nell’ambito dei tagli alla spesa pubblica. Va ripreso subito, e altre misure aggregate della macro sostenibilità vanno sviluppate e implementate.
Quello delle misure può sembrare un argomento tecnico, esoterico, di poco interesse, ma nei fatti è di importanza critica. Non si può sottovalutare la rilevanza delle misure per i processi decisionali in un ambiente alimentato da dati. Ogni iniziativa seguita in modo serio dalle nostre imprese viene misurata. Le persone più dotate nelle imprese lasciano perdere le attività non misurate perché senza importanza.
Un segnale dell’importanza crescente della gestione della sostenibilità è il numero significativo di progetti per sviluppare e utilizzare misure della sostenibilità. Ciò è dovuto in parte all’enorme influenza di Walmart sulla propria filiera. Per definizione, Walmart vende i prodotti da consumo più richiesti dal mercato americano (e, sempre più, globale). Poichè Walmart esige misure della sostenibilità dai propri fornitori, questi a loro volta le devono richiedere ai loro fornitori. E’ un fenomeno con un impatto massiccio sulla campagna per integrare la sostenibilità nella gestione ordinaria delle organizzazioni. Eppure, non è sicuro che le misure in via di sviluppo siano appropriate, affidabili o valide. Inoltre, la raccolta e la pubblicazione di tali misure è un processo volontario, auto eseguito, insufficientemente controllato, e non vi sono penalità per reporting ingannevoli, incompleti o incompetenti.
Il tentativo di definire un efficace sistema di misure della sostenibilità è ancora agli inizi. Gli accademici, gli imprenditori e il governo devono collaborare per sviluppare e mettere a punto indicatori riconosciuti. Ci vuole un sistema standardizzato di raccolta, verifica e revisione dei dati. Oltre a indicatori per le organizzazioni, bisogna pensare allo sviluppo di scale di indicatori per monitorare i progressi locali, di stato e nazionali verso una economia sostenibile. Una misura di facile comprensione come il Prodotto Interno Lordo (Pil) o il tasso di disoccupazione aiuterebbe a guidare le politiche pubbliche per promuovere la gestione della sostenibilità. Un approccio possibile sarebbe quello di incorporare meglio i benefici e i costi ambientali all’interno dello stesso Pil. La ripresa del monitoraggio dei posti di lavoro verdi da parte del Dipartimento del Lavoro dovrebbe essere un’altra priorità.
Anche se il governo americano pare troppo occupato ad auto distruggersi per prendere in carico un nuovo compito, uno sforzo nazionale per lo sviluppo e la condivisione di una metrica della sostenibilità sarebbe utile. Uno dei problemi dei progetti attuali per le misure della sostenibilità è l’assenza di un moderatore autorevole e obiettivo. Le imprese e i gruppi ambientalisti sono importanti stakeholder in questo dibattito, ma ognuno di loro persegue i propri interessi, e non deve essere lasciata a loro l’ultima parola. Il governo ha un ruolo chiave.
La buona notizia è che siamo pronti ad avviare tale dibattito e a formulare un metodo per misurare la sostenibilità delle organizzazioni e i progressi degli Usa verso un’economia sostenibile. Ci vorranno diversi anni per concludere questo sforzo, ma prima iniziamo, prima riusciremo a compiere la transizione verso un’economia sostenibile basata su risorse rinnovabili.
http://www.huffingtonpost.com/steven-cohen/we-need-to-accelerate-the_b_4097023.html?utm_hp_ref=green