The State of the World’s Forests 2022: come valorizzare le foreste mondiali

6 Mag, 2022 | Focus Mondo

Bisogna quadruplicare gli investimenti nella preservazione e valorizzazione delle foreste mondiali. È l’invito della FAO, che indica obiettivi e strategie.

L’accordo sottoscritto da 134 Paesi per fermare la deforestazione entro il 2030 è stato uno dei migliori risultati della conferenza di Glasgow tenutasi lo scorso novembre. Tuttavia siamo ancora lontani dal poter esprimere al meglio il potenziale forestale e occorre intervenire con decisione. Indicazioni precise vengono fornite nel rapporto The State of the World’s Forests 2022 pubblicato pochi giorni fa dalla FAO durante il XV° World Forest Congress di Seoul.

Bisogna investire di più e meglio

La FAO stima che la spesa totale per la conservazione e valorizzazione delle foreste debba triplicare entro il 2030 per poi quadruplicare entro la metà del secolo. Si parla quindi di cifre impegnative che superano i 200 miliardi di euro. Il rapporto definisce alcune linee guida ed è suddiviso in sei capitoli. Vengono analizzate le sinergie prodotte dalle foreste per creare economie inclusive, resilienti e sostenibili, per rafforzare gli ecosistemi (e darne un giusto valore economico) e per valorizzare le comunità locali.

The State of the World’s Forests 2022, le tre strategie suggerite dalla FAO

L’aspetto più rilevante del rapporto è la definizione di tre priorità da sviluppare entro il 2050.

La prima priorità è bloccare la deforestazione. Questa misura preventiva consentirebbe di ridurre le emissioni di circa 3,6 gigatonnellate di CO2 equivalente l’anno dal 2022 fino al 2050. In pratica, il 14% del totale delle riduzioni di CO2 per rientrare negli accordi di Parigi potrebbe provenire dalla conservazione delle foreste già presenti.

La seconda priorità è espandere l’agroforestazione e ripristinare le aree degradate favorendo il rimboschimento e la riforestazione autoctona. Sono 15 milioni di km2 le aree potenziali coinvolte in questo processo. Può sembrare poco se confrontato con l’area forestale attuale che supera i 4 miliardi di ettari (il 31% dell’area geografica terrestre), ma questo intervento porterebbe un vantaggio determinante per la produttività agricola, considerando il trend demografico in continua crescita. Queste azioni comporterebbero una riduzione di circa 1,5 gigatonnellate di CO2 equivalente l’anno.

La terza priorità è promuovere un uso lungimirante e resiliente delle foreste per poter soddisfare il futuro aumento di domanda di materiali. Bisogna infatti considerare che il consumo globale delle risorse naturali raddoppierà nei prossimi cinquant’anni, passando dal valore attuale che si aggira sui 100 miliardi di dollari al valore di 190 miliardi entro il 2060. Le aree che saranno maggiormente coinvolte da questo incremento saranno i Paesi in via di sviluppo, i quali potranno beneficiare di ulteriori 19 miliardi di dollari di aiuti come previsto dall’accordo di Glasgow del 2021.

Come sviluppare piani resilienti e sostenibili?

La strada per ottenere questi risultati comporta dei rischi, soprattutto per le piccole realtà, che potrebbero fallire in assenza di politiche e istituzioni di sostegno. Per questo il rapporto propone linee guida per indirizzare i finanziamenti attraverso politiche lungimiranti e di lungo termine, per responsabilizzare tutti gli stakeholder coinvolti (specialmente quelli locali), per favorire un dialogo politico nazionale e globale proficuo e per massimizzare gli sforzi e ridurre i compromessi. Si dovranno quindi sviluppare progetti in modo parallelo e non alternativo tra loro per poter davvero incidere sul processo di cambiamento. Solo in questo modo si eviterà il paradosso di sviluppare un’economia sana in un ambiente malsano.

L’apporto formativo dell’UN Biodiversity Lab

Uno strumento molto utile per formare esperti e per sensibilizzare quante più persone possibile su questa tematica è l’UN Biodiversity Lab. Si tratta di un laboratorio online nato da pochi mesi capace di fornire i migliori dati spaziali disponibili per mettere la natura al centro dello sviluppo sostenibile. Vengono proposti corsi continui d’aggiornamento, webinar, podcast ed esempi di successo legati alla riforestazione, allo sviluppo della biodiversità e all’economia circolare sotto il patrocinio dell’UNDP e dell’UNEP. Da segnalare i minicorsi in lingua inglese “Ecosystem Restoration”, “Using Spatial Data for Restoration” e “Protected Areas and Sustainable Development”.

Francesco Munari

 

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