VIVA il vino sostenibile
L’Italia, nel 2016, si conferma come il secondo maggior paese produttore di vino al mondo, con 48.6 milioni di ettolitri. Il vino rappresenta la seconda voce economica del comparto agricolo del Belpaese (nel 2010 incideva per 1803 milioni di euro) ovvero un eccezionale bacino di espansione per le politiche della sostenibilità ambientale, un settore che raccoglie in maniera sempre maggiore l’interesse delle grandi aziende del comparto.
Marchesi Antinori, Masi Agricola, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Planeta, Tasca d’Almerita, Venica&Venica, Castello Monte Vibiano Vecchio, F.lli Gancia & Co, sono le nove case vitivinicole che hanno partecipato, nel 2011, alla fase sperimentale del protocollo VIVA per migliorare le prestazioni di sostenibilità nella filiera.
Nel 2014 erano salite a 32 e le richieste di accreditamento ricevute dal Ministero sono in continua crescita.
Lo dimostra la firma di due memorandum tecnici da parte del Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e di Federvini nella giornata inaugurale dell’ultima edizione del Vinitaly (9/12 aprile, Verona), con cui il progetto viene rilanciato e declinato praticamente in prassi da attuare, da parte delle aziende, per accedere alla certificazione di sostenibilità ambientale.
Il protocollo VIVA basa la sua valutazione su quattro indicatori:
ARIA: che include la quantificazione della Carbon Footprint associata al prodotto e le emissioni gas serra dell’organizzazione;
ACQUA: che esprime il volume di acqua dolce consumata su scala aziendale e/o per la produzione di una bottiglia di vino da 0,75 l.;
VIGNETO: che valuta le pratiche di gestione agronomica;
TERRITORIO: che prende in considerazione le ricadute delle attività aziendali sul territorio, inteso sia come ambiente, sia come comunità umana.
La certificazione Viva ha ricadute importanti sui brand che se ne fregiano.
Competitività e marketing: i valori ambientali associati ad un prodotto sono un importante driver di competitività nel mercato nazionale e soprattutto internazionale, finendo sempre di più per essere preferiti dalla clientela nel segmento di mercato cui appartengono;
risparmio economico: l’efficientamento energetico è fondamentale per ridurre consumi idrici, elettrici e la produzione di gas serra. Questo riduce l’impatto dell’azienda sull’ambiente ed anche i suoi costi energetici;
validazione: il lavoro svolto, verificato da un ente terzo indipendente (DNV Business nel caso di VIVA), ottiene un riconoscimento da parte della distribuzione e dei consumatori a livello internazionale, permettendo di accedere ad incentivi e bandi e di concorrere competitivamente su mercati esteri molto attenti alle questioni ambientali;
rapporto con i consumatori: la divulgazione di dati ambientali orienta la scelta degli acquirenti e la rende attenta e consapevole.