Recensione | Volontariato aziendale multicanale. La guida essenziale per profit e non profit
Volontariato aziendale multicanale. La guida essenziale per profit e non profit
Stefano Martello, Salvatore Rimmaudo
Elena Zanella Editore, 2021
ISBN 979-12-80228-04-8
Il presente
Il volontariato aziendale – inteso come progetto in cui l’impresa, di concerto con l’organizzazione non profit, progetta e pianifica attività a sostegno della comunità locale, incoraggiando, supportando e organizzando la partecipazione attiva e concreta del proprio personale durante l’orario di lavoro (Martello, Zicari, 2020) – sconta da sempre un ruolo da eterna promessa. Ben conosciuto e praticato dalle grandi realtà (profit e non profit) è al contrario poco presente nel circuito delle piccole medie organizzazioni, sia profit che non profit.
Parola chiave: co-progettazione
Il volume di Martello e Rimmaudo presenta, con una modalità narrativa essenziale ed auto-formativa, i principi di una moderna strategia di volontariato aziendale, puntando sulla parola chiave della co-progettazione, intesa come requisito sostanziale per avvicinare il profit ed il non profit in una cornice condivisa di onori ed oneri (organizzativi, logistici e tecnologici) in grado di favorire la buona riuscita del singolo progetto e, nel contempo, di accreditare la metodologia in una ottica di medio lungo periodo. Secondo Stefano Martello “l’affermazione della co-progettualità coincide con la ricerca auspicata da entrambe le parti di una relazione fidelizzata stabile e coesa che vada oltre la singola contingenza del progetto, confermandosi nell’incontro tra due patrimoni valoriali che si riconoscono vicendevolmente”.
Questo vuol dire dare attenzione alla fase di incontro tra le due realtà, ancora prima della fase di costruzione del progetto di volontariato aziendale, per testare e in qualche modo stressare le singole capacità. Salvatore Rimmaudo è molto deciso sul tema quando afferma che “non possiamo più permetterci un volontariato aziendale che origini esclusivamente dal profit considerando il non profit come un mero esecutore; le distorsioni sono troppo evidenti e comportano uno squilibrio che si riflette nella resa della metodologia”.
I compiti per casa
L’auspicio che attraversa le pagine del testo comporta una autocritica serrata a cui gli ambiti interessati non possono più sottrarsi. “Se l’organizzazione profit deve imparare a decodificare e riconoscere le aspettative del non profit” osserva Stefano Martello “anche il non profit deve imparare a considerarsi non più giusto perché buono (e viceversa) ma al contrario sostenibile, in grado di offrire al proprio partner una organizzazione efficace ed efficiente”. Questo vuole dire attenzione alla logistica; responsabilità rispetto alle condotte che sottendono all’esercizio della propria funzione di parte; proattività nella costruzione e nell’implementazione della condotta generale. Tutti temi che il libro affronta e indaga, fornendo al Lettore e alla Lettrice step di approfondimento intuitivi da assimilare e disseminati lungo tutto il percorso di consultazione.
Bonus track: la multicanalità
Il testo ha l’indubbio merito di non limitare la propria analisi al presente, rivolgendo il proprio sguardo ad una visione di prospettiva, ben sintetizzata dalla presenza del carattere multicanale nel titolo del testo. A finire sotto la lente d’ingrandimento degli autori è il volontariato aziendale digitale, nato nel periodo di pandemia per assicurare la business continuity dei progetti già in corso.
“Tra di noi la chiamiamo la sindrome da hit anni 80” sorridono Martello e Rimmaudo “con artisti e band che salivano velocemente alla ribalta per cadere poi, altrettanto repentinamente, nel dimenticatoio. La sensazione è che la stessa cosa accada per molte metodologie e molti strumenti che non hanno la possibilità di dimostrare la propria validità nel tempo, diventando delle vere e proprie meteore comunicative”.
Rispetto a questo trend, la posizione del libro è chiara. Il volontariato aziendale digitale può sopravvivere solo se inserito in una cornice multicanale con una funzione di supporto reciproco con la componente fisica all’interno di una dinamica d’azione generale sempre più organica.
È ancora Stefano Martello a precisare ulteriormente il punto: “Non dobbiamo più cadere nella trappola intellettuale della sostituzione ma dobbiamo impegnarci per riflettere seriamente sulle opportunità che quello strumento offre e sul modo di potenziarne l’impatto rispetto alle sfide poste dal presente”.
Un obiettivo utopico? Per nulla. Senza voler spoilerare ci limitiamo a segnalare il possibile utilizzo della componente digitale nella cornice formativa (oggi molto sottovalutata) dei futuri dipendenti volontari. Si tratta solo di un piccolo esempio, ma dimostra che il ragionamento proposto dagli autori può risultare valido, se decentemente metabolizzato.
Considerazioni finali
Un testo certamente prezioso che non si limita all’elencazione del corpus di momenti e condotte ma cerca, caparbiamente, di penetrare nell’animus della metodologia. Non per buonismo ma per attenta necessità, come nota, questa volta serio, Stefano Martello. “Il pregevolissimo lavoro di ricerca condotto in questi anni da Fondazione Sodalitas ci dice, senza ombra di dubbio, che le potenzialità ci sono e sono trasversalmente alte. Ma le eterne promesse sono anche pericolosamente instabili ed il rischio che il volontariato aziendale rimanga un blitzkrieg isolato e casuale è altrettanto presente”.
Occorre, dunque, un cambio di passo, per confermare un incontro – quello tra profit e non profit – non più rinviabile.
Di più, necessario per entrambe le parti.
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